IL VERDE E L’AIUTO PRIVATO
C’è un cuore che batte nel cuore di Roma. E ci sono polmoni a darle respiro. Roma è la capitale più verde in Europa (85mila ettari di cui 4mila a verde pubblico attrezzato). Parchi e riserve naturali la proteggono da cemento e ossido di carbonio. Con bella mostra per le ville storiche, ex tenute patrizie, allora fuori porta. Per ville, si passeggia tra natura e storia. Inebriante. Peccato che il Servizio giardini del Comune, già fiore all’occhiello, da 1.800 persone del 1980, si sia ridotto a 540 unità, di cui soltanto 250 operativi. E se ne vedono gli effetti. A supporto, interinali e detenuti di Rebibbia, grazie a una convenzione col Ministero della Giustizia. Dopo le spinte dal basso, tra cittadini operosi e orti urbani, le intese orizzontali. Come quella col Coni che ha restituito Piazza di Siena all’antico splendore, 365 giorni l’anno e non solo per la settimana del concorso ippico che, da sempre, fa da vetrina alla città. Luogo d’incanto, già poco valorizzato per l’uso che se ne potrebbe fare, spesso in difetto di manutenzione, è ora un salotto fiorito; e la Casina dell’Orologio, sta diventando un centro di aggregazione culturale. Il tutto grazie al contributo degli sponsor.
Il che ci dice, se avessimo dubbi, che là dove il Comune non può, non riesce o non arriva, ci sono istituzioni e privati che possono collaborare virtuosamente. In altre parole, di necessità virtù.