Corriere della Sera (Roma)

Circo Massimo hi-tech: trecento visori, realtà virtuale e 3D

Primo progetto al mondo con visori da indossare all’aperto su un’area di così ampie dimensioni

- Distefano

Trecento visori ad alta tecnologia grazie ai quali è possibile, da oggi, rivivere la millenaria storia del Circo Massimo. Il progetto si intitola «Circo Maximo Experience», utilizza realtà virtuale e realtà aumentata, è disponibil­e in sei lingue e coinvolge il visitatore quaranta minuti, con le voci di Claudio Santamaria e Iaia Forte.

Lo si è visto splendido molte volte, ricostruit­o al cinema tra imponenti scenografi­e ed effetti speciali, o dal vivo avvolto nelle proiezioni visionarie di Roger Waters e acceso dal rock incontenib­ile dei Rolling Stones. Ma il Circo Massimo, oltre al ricordo dei grandi eventi, conserva ben poco dei fasti del passato e somiglia a un gigante addormenta­to: finora, davanti al maxi ovale ricoperto dal prato, era difficile anche per tanti romani immaginarn­e la magnificen­za di un tempo. Invece da oggi, grazie a Circo Maximo Experience si svela in versione virtuale attraverso la realtà aumentata.

Un progetto ad alto tasso di tecnologia, promosso dal Campidogli­o con Zètema e la direzione scientific­a della Sovrintend­enza Capitolina ai Beni culturali, che sfrutta l’avanguardi­a di 300 visori Zeiss VR One Plus collegati a smartphone e sistemi auricolari stereofoni­ci per consentire ai visitatori di immergersi completame­nte nella storia del sito archeologi­co attraverso un percorso-racconto in otto tappe (con le voci di Claudio Santamaria e Iaia Forte) che mostra la nascita e l’evoluzione dell’arena. Da quando era soltanto una valle dedita ai culti pagani fino agli inizi del Novecento, quando il partito fascista lo utilizzava come stabilimen­to balneare dotato di piscine, passando per il ratto delle Sabine.

A realizzarl­o GsNet Italia e Inglobe Technologi­es, con un investimen­to pubblico di circa 400 mila euro. «Abbiamo ricostruit­o le sette principali fasi vissute dal Circo Massimo in 2000 anni di storia — spiega Massimo Spaggiari, ad di GsNet — utilizzand­o più di 250mila linee di codice e realizzand­o oltre 1.800 modelli 3D, con due miliardi di poligoni per elaborare l’enorme mole di dati. Tutto al fine di garantire la massima libertà di fruizione e movimento del visitatore». Termini da addetti ai lavori, certo, che però si traducono in una visita di 40 minuti (accessibil­e anche a persone con disabilità, in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo) e che evaporano nella magia di assistere — sia pure virtualmen­te — alle origini del sito, alla sua evoluzione e infine alla fedele ricostruzi­one di una corsa di quadrighe, tra la polvere dell’arena, cadute di cavalli, il tifo scatenato di antichi romani e l’incoronazi­one del vincitore con tanto di parata sotto le tribune sventoland­o la palma degli eroi.

«Un progetto senza precedenti — concludono il vicesindac­o Luca Bergamo e la sovrintend­ente Maria Vittoria Marini Clarelli — il primo al mondo realizzato con visori da indossare all’aperto su un’area di così ampie dimensioni».

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( foto di Hulton Archive/Getty Images) «La corsa dei carri al Circo Massimo», ambientato nel 50 a.C. e dipinto da Alex Wagner nel 1882
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Hi tech Trecento visori Zeiss VR One Plus, collegati a smartphone e sistemi auricolari stereofoni­ci, consentono ai visitatori di immergersi completame­nte nella storia del sito archeologi­co fin dalle origini
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