Corriere della Sera (Roma)

Preso lo sciacallo della Tiburtina: italiano, 50 anni

È un italiano di 50 anni. Arrestato dai vigili urbani a Guidonia

- Il. Sa.

Il club dove è avvenuta la violenza

Le telecamere su via dei Monti Tiburtini avevano ripreso la scena: un uomo che smonta dal furgone per prelevare soldi a un bancomat. Sulla fiancata del veicolo compariva il logo di una ditta di trasporti. Ed è così che i vigili urbani sono riusciti a risalire all’identità dello sciacallo che ha rubato il portafogli di Fulvio Di Simone, il ciclista investito da un Tir.

Una capillare analisi delle immagini riprese dalle telecamere della zona ha portato al risultato inseguito per giorni. I vigili urbani hanno fermato l’autore dell’episodio di sciacallag­gio nei confronti di Fulvio Di Simone, il ciclista investito da un Tir sulla via Tiburtina, all’incrocio con il Gra, il 17 maggio. Si tratta del dipendente di una ditta di trasporti, un 50enne, M.D., al quale gli agenti, ieri, hanno rivolto una serie di domande per precisare circostanz­e e avveniment­i. Al momento è accusato di furto aggravato e appropriaz­ione indebita.

La ricostruzi­one investigat­iva è ormai chiara: l’uomo, residente a Guidonia, alla guida di un furgone, viaggiava dietro al Tir della Esselunga che ha investito il ciclista e ha avuto tempo e modo di mettere a fuoco la scena dell’investimen­to. Si è fermato, è sceso dal veicolo, si è reso conto che Di Simone era morto e, nello spazio di tempo a disposizio­ne, mentre i veicoli in coda erano bloccati, si è reso conto che sull’asfalto era rimasto anche il portafogli della vittima. A quel punto è stata una gara in velocità prima dell’arrivo dei soccorsi stradali: M.D. lo ha messo in tasca velocement­e e dopo essere risalito sul furgone, ha frugato fra documenti, carte e tessere e ha scoperto che Di Simone custodiva assieme al suo bancomat anche il pin. Si è fermato allora in una banca di via dei Monti Tiburtini e a un’altra nelle vicinanze per fare due prelievi. Duecentoci­nquanta euro più altri duecentoci­nquanta a breve distanza.

Le telecamere dell’istituto di credito lo hanno messo a fuoco, ma poi, è stato grazie ad altri occhi elettronic­i sulla via che si è riusciti a visualizza­re il mezzo sul quale viaggiava. Ripulendo pazienteme­nte le immagini della fiancata del furgone è comparso il logo della società di trasporti per la quale l’uomo lavora. Quindi si è passati alla sua identifica­zione. Ora, secondo gli investigat­ori, M.D. viaggiava con un’altra persona a bordo e dunque gli inquirenti, coordinati dalla pm Laura Condemi, stanno accertando anche le responsabi­lità del passeggero.

«Come si può derubare così un uomo che sta morendo?», si erano chiesti i familiari della vittima. Difficile rispondere. Di Simone, infermiere profession­ale, dipendente del

l’Asl Roma-B e impiegato nella struttura riabilitat­iva di piazza Urbania che accoglie giovani con problemi psichiatri­ci e di tossicodip­endenza, era un uomo «buono e gentile», ricordano amici e parenti. Venerdì scorso era uscito di casa poco prima delle 14, aveva il turno di notte, e per questo aveva deciso di prendere la bicicletta per andare a fare una passeggiat­a. Alle 17 sarebbe dovuto rincasare per accompagna­re il figlio più piccolo a una seduta di fisioterap­ia, ma il tempo è passato senza che lui tornasse. Infine la notizia più temuta è arrivata.

Telecamere M. D., dipendente di una ditta di trasporti, è stato incastrato dalle telecamere: ha fatto due prelievi bancomat

La vittima Amici e parenti di Di Simone, infermiere nella Asl Roma B: «Era un uomo buono e gentile»

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I soccorsi Il Tir che ha provocato l’incidente (foto Barsoum/Proto)

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