Corriere della Sera (Roma)

Lettera di Caterina, uccisa da un bus

Il papà compra una pagina sul Corriere. Lei oggi avrebbe compiuto 23 anni

- G. De Santis e Fiano

Oggi Caterina Pangrazi avrebbe compiuto 23 anni se il 19 luglio scorso un bus non l’avesse uccisa su Corso Vittorio Emanuele con una manovra vietata. E mentre la procura, chiuse le indagini, si appresta a chiedere il processo per l’autista accusato di omicidio colposo, il papà Emanuele le regala sul Corriere della Sera (pubblicata più avanti), la lettera carica d’amore che lei gli scrisse per il suo 50esimo compleanno.

«Questi cinquant’anni — scriveva Caterina — non sono altro che un passaggio di un percorso che ha radici troppo profonde per essere ridotte ad un numero, ad una serie di eventi. Non sono un traguardo, i traguardi non esistono perché, in fondo non ci si arriva mai, non ci si vuole arrivare mai. (...) E io oggi (...) spero con tutto il cuore colluso all’anima, di essere un tuo degno graffio nel mondo».

Caterina fu travolta all’altezza del civico 243 mentre attraversa­va sulle strisce. Secondo la consulenza consegnata al pm Gennaro Varone, il bus turistico passò con il semaforo giallo, ingombrand­o così l’incrocio mentre scattava il verde pedonale. Ma il conducente, Marco Paccone, 63 anni, impiegato della «Roma Bus», avrebbe compiuto un’altra manovra vietata cercando di immettersi nella corsia preferenzi­ale (riservata però ai taxi e ai mezzi pubblici) e deviando così dalla traiettori­a originaria (verso il lungotever­e). La ragazza, appena scesa dal marciapied­e, non lo ha quindi visto arrivare, se non all’ultimo momento. In tempo per fare un passo indietro ma non per evitare un seppur lieve impatto, che la fece cadere e sbattere con la nuca sullo spigolo del marciapied­e in modo fatale. La famiglia, oggi assistita dall’avvocato Pierfrance­co Bruno, si precipitò sul posto. Il bus, sempre secondo la consulenza, procedeva inoltre a una velocità non adeguata, data anche la particolar­ità della zona. Secondo l’accusa, Paccone avrebbe dovuto cioè comunque rallentare in prossimità dell’incrocio con via dei Filippini, anche perché, alle 19,30, il sole stava tramontand­o e la visibilità cominciava a ridursi. «È stato un tragico incidente. Il mio assistito comprende il dolore dei genitori della ragazza», dice l’avvocato Carlo Bonzano.

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Vittima Caterina Pangrazi
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