Corriere della Sera (Roma)

Al Mattatoio una mostra per Tex Willer

Tex, il mito compie 70 anni

- di Natalia Distefano

Camiciona gialla, fazzoletto nero annodato al collo, le due pistole Colt 45 ben salde nel cinturone calato sui fianchi e poi l’inconfondi­bile cappello Stetson in testa e i grandi stivali con gli speroni ai piedi. A guardarlo oggi nelle sale del Mattatoio, dove ha aperto i

battenti la mostra che ne celebra il mito, non si direbbe affatto che Tex Willer abbia già spento settanta candeline. E invece era il lontano 30 settembre 1948 quando il ranger texano fece la sua fulminante apparizion­e tra gli scaffali delle edicole italiane – eccezional­mente in camicia rossa

– con il primo albo a striscia (dal valore ormai incalcolab­ile per i collezioni­sti).

Per festeggiar­e l’anniversar­io che lo consacra tra i più longevi fumetti della storia, Sergio Bonelli Editore ha ideato e realizzato la mostra Tex. 70 anni di un

mito, curata dallo storico del fumetto italiano Gianni Bono e allestita fino al 14 luglio nello spazio espositivo di Testaccio nell’ambito della quinta edizione di «Arf!».

Una mostra che ripercorre non solo l’epopea del paladino della giustizia, con le tavole delle sparatorie contro i banditi, le cavalcate sui sentieri polverosi del vecchio West e il suo matrimonio indiano con Lilyth, figlia del vecchio leader Navajos Freccia Rossa (che gli varrà il soprannome Aquila della Notte). Ma riflette anche il ritratto dei suoi due creatori: Gianluigi Bonelli e il disegnator­e Aurelio Galleppini, in arte Galep, che inizialmen­te avrebbe voluto dargli il volto hollywoodi­ano di Gary Cooper e invece finì per concedersi il vezzo di un autoritrat­to a fumetti. Esposti, dunque, non solo un gran numero di albi, disegni, fotografie, materiali rari o addirittur­a inediti, e mirabilia di ogni genere – dai più antichi giochi da tavolo alle moderne installazi­oni multimedia­li, passando per alcuni curiosi cimeli e perfino un telo da mare in spugna per prendere la tintarella sdraiati accanto a Tex – ma anche il ritratto di Gianluigi Bonelli con la famiglia firmato da Tacconi, le fotografie di Aurelio Galleppini e la leggendari­a macchina da scrivere di Bonelli: la Universal 200 con cui scrisse le primissime storie di Tex, ancora completame­nte ricoperta dai disegni fatti a penna dallo stesso autore, oggi conservata nella sala riunioni della Casa editrice.

Infine in mostra la primissima vignetta di Tex, declinata in varie lingue, con la celebre esclamazio­ne: «Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?». Un esordio entrato per sempre nella leggenda e nei cuori dei lettori in tutto il mondo.

Nascita

Il 30 settembre 1948 apparve, in camicia rossa, sugli scaffali delle edicole italiane

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