Bancarelle «fisse»? Dietrofront del M5S
Le nuove regole sconfessate da Di Maio e, in Campidoglio, da Coia (che le aveva proposte)
Gli ambulanti protestano sotto al dipartimento Com- mercio del Comune perché le nuove regole che prevedono postazioni fisse per le bancarelle «ci impediscono di lavo- rare». E il Campidoglio, su input di Luigi Di Maio, ritira la delibera di iniziativa consiliare proposta dal consigliere grillino Andrea Coia. «Di Ma- io è stato chiaro più di una volta, la delibera va ritirata subito», riferiscono fonti del Movimento. Il testo ritirato aveva l’obiettivo di trasformare i posteggi per le bancarelle del commercio ambulante, oggi assegnati a rotazione giornaliera, in stalli fissi scelti attraverso un bando riservato solo ai circa 1.200 operatori già accreditati.
Prima la protesta degli ambulanti in via dei Cerchi, sotto il dipartimento allo Sviluppo economico. Alcuni, peraltro, riescono a penetrare improvvisando il blitz per ribadire che le nuove regole sulle postazioni delle bancarelle «ci impediscono di lavorare». Poi, su input del M5S nazionale, il Campidoglio ritira la delibera sulle rotazioni, iter comunque già congelato dopo l’uscita dell’indagine della procura sul racket dei posteggi con alcuni funzionari e una serie di ambulanti coinvolti. Il testo di iniziativa consiliare — primo firmatario il presidente M5S della commissione Commercio, Andrea Coia — aveva già iniziato il tour negli uffici con l’obiettivo, una volta approvato in Aula, di trasformare i posteggi per le bancarelle, oggi assegnate a rotazione giornaliera, in stalli fissi scelti attraverso un bando riservato solo ai circa 1.200 operatori già accreditati. Sui criteri per partecipare si era accesa una delle tante polemiche: per molti ambulanti ieri in strada, infatti, le nuove regole avrebbero impedito loro di lavorare con continuità e, soprattutto, sarebbero andate a rinforzare l’egemonia dei Tredicine, la famiglia che da anni monopolizza il commercio ambulante della Capitale.
In ogni caso, dopo due ore di caos domato solo grazie alla forza pubblica, il testo viene sconfessato su indicazione di Luigi Di Maio e con l’ok di Coia, che stamani ritirerà formalmente in documento. La retromarcia è secca. Tanto da generare nelle opposizioni il sospetto di «motivazioni elettorali» alla base della decisione. Per il M5S, invece, si tratta di uno stop deciso da tempo. «Di Maio è stato chiaro più di una volta — spiegano fonti del Movimento —. La delibera Coia va ritirata subito. E questa è una posizione condivisa con la sindaca e con l’assessore competente. Con noi quella delibera non passerà». Una posizione netta che «dimostra come la nostra amministrazione è sempre aperta al confronto», dice il capogruppo M5S capitolino, Giuliano Pacetti. E ribadita a stretto giro dalla giunta che annuncia il ritiro spiegando che «i provvedimenti su temi così importanti vanno condivisi in termini di modalità, partecipazione e, soprattutto, contenuto. Sono qui per creare lavoro», dice l’assessore Carlo Cafarotti, intorno a lui gli ambulanti e Massimiliano De Toma, uno dei deputati grillini che ha proposto le chiusura domenicale dei negozi.
Di fatto la decisione di ritirare la delibera — di cui Coia aveva già annunciato sospensione e contestuale apertura di un tavolo con gli operatori — è stata formalizzata nel corso della riunione a cui hanno preso i vertici del Commercio capitolino e alcuni parlamentari M5S. Dal summit — andato in scena nei locali del dipartimento mentre fuori, per strada, gli ambulanti protestavano — è arrivato lo stop. Brusco e subito criticato dal Pd, secondo cui «la città non si amministra sull’onda di iniziative cruente o di decisioni prese dall’alto: l’assessore alle attività produttive, anche in questa occasione, ha dimostrato di non essere all’altezza», dicono i dem capitolini. Mentre Svetlana Celli (RTR) si chiede: «A Roma decidono i parlamentari?». In sostegno dei manifestanti, e quindi contro il Comune M5S, anche Angelo Pavoncello, vicepresidente dell’Ana — Associazione nazionale ambulanti — e candidato alle Europee con le Lega, che ha parlato di un «ritiro» che «restituisce dignità ai lavoratori e apre un nuovo fronte di trattativa per bloccare le delocalizzazioni». E poi ha chiuso dicendo «grazie a Matteo Salvini per la vicinanza agli ambulanti». Del resto le Europee sono dietro l’angolo.