«Mi chiamo Nonno Pio, tra poco ho 100 anni e salvo ancora i bagnanti»
Storia e record di Nonno Pio, marinaio da Guinnes, nato a Ostia e in servizio a Torvaianica
Si chiama Pio Schiano Moriello: è nato il 19 novembre 1919 a Ostia, in una capanna. E questo non gli impedisce di continuare a fare a Torvaianica il marinaio di salvataggio (la parola bagnino non gli piace). «E continuo a salvare in mare bagnanti in difficoltà».
Era il 19 novembre 1919: a Ostia nasce il primo bambino in una capanna, si chiama Pio Schiano Moriello. Quel bambino tra due mesi compie ben 100 anni, ma questo non gli impedisce di percorrere col suo pattino tutti i giorni dai 10 ai 20 chilometri lungo il litorale laziale. Ha già registrato una serie di record di voga su pattino su tempo e distanza, rientrando nel Guinness dei primati come il bagnino più longevo al mondo. Ad agosto scorso, sono state stappate 100 bottiglie di spumante con amici, parenti e clienti del suo stabilimento balneare, e distribuite magliette con raffigurato un pattino e la scritta “classe 1919”, anno di nascita di “nonno Pio”, per celebrare questo importante traguardo.
«La mia prima traversata – racconta - risale al 2003, quando avevo 84 anni, la seconda due anni dopo e la terza nel 2010 a 91 anni: mi organizzarono una grande festa per questo terzo record. Ho percorso la tratta da Torvaianica ad Ostia, di 23 km, in due ore e 30 minuti. Per me, che mi alleno ancora tutte le mattine, non fu così difficoltoso. Se sento che le gambe faticano a reggere il ritmo allora metto ancora più potenza ed energia!».
Nonno Pio, com’è affettuosamente chiamato nel litorale pontino, da tutti è riconosciuto come una vera forza della natura. Racconta un secolo di storia come se il tempo si fosse fermato: «La mia famiglia viveva in una capanna proprio sulla spiaggia di Ostia – racconta con quei suoi grandi occhi azzurri che scrutano l’orizzonte –. Quando sono nato mio padre mi ha immerso nell’acqua di mare per lavarmi: quello è stato il mio battesimo, da quel momento io e il mare siamo una cosa sola».
Quanti salvataggi ha contato nella sua vita?
«Migliaia: avevo 13 anni quando feci il mio primo salvataggio. Fui insignito della medaglia al valor civile per aver salvato l’aviatrice marchesa Carina Massone Negrone, amica di Mussolini: fu la prima donna italiana a conseguire nel 1933 il brevetto da pilota rilasciato dalla Reale Unione Nazionale Aeronautica. Così, grazie a lei, riuscii a prendere l’abilitazione da marinaio di salvataggio prima dei 16 anni. Poi andai a fare il militare a La Spezia, ma nel frattempo scoppiò la Seconda guerra mondiale e così venni arruolato nella Regia marina come nostromo sommergibilista. A Rodi, in Grecia, riuscii a salvarmi quando la mia unità venne colpita e affondata, e dopo aver vissuto svariate peripezie tra immersioni, naufragi, prigionie ed evasioni sono tornato ad Ostia».
E fu qui che incontrò quella che poi è diventata sua moglie, nonché madre dei vostri sei figli?
«Conoscevo Iole da bambino. Lei faceva le vacanze nel nostro storico stabilimento “Roma” con la sua famiglia, i costruttori Carlini: suo padre era un ingegnere, ma io non mi feci intimorire e mi dichiarai. Così il 15 ottobre del 1944 ci sposammo, poco dopo nacque il nostro primo figlio, Ettore, e poi Luciano, Carlo, Rita, Marco, Pino. Oggi ho 12 nipoti e altri 10 pronipoti».
La inorgoglisce essere definito il bagnino più longevo al mondo?
«Preferisco essere chiamato marinaio di salvataggio, perché il bagnino raccoglie ombrelloni e lettini e controlla che tutto sia in ordine. Noi, quella della mia generazione, siamo gente di mare e non possiamo distrarci con queste incombenze: dobbiamo guardare il mare, osservarlo per ore, anche per giorni interi, per capire i messaggi che ci lancia. Solo in questo modo si anticipano i pericoli: oggi, per esempio, mentre vogavo sul pattino, mi sono accorto della corrente che cambiava col vento di libeccio che spira da SudOvest, vuol dire che fra poco il tempo cambierà e pioverà».
Nel 1959, ben 60 anni fa, vi siete trasferiti dal borgo dei pescatori di Ostia a Torvaianica dove avete fondato il vostro attuale stabilimento...
«Ancora oggi non posso fare a meno di trascorrere in spiaggia le mie giornate, e nessuno può togliermi la voglia di stare a contatto con la natura e con l’acqua: a volte i miei figli si preoccupano quando mi vedono vogare sul pattino per ore, ma io gli rispondo che sono pur sempre un marinaio. E se dovessi morire nel mio mare, dove sono nato, sarei l’uomo più felice al mondo».
❞ A 13 anni il mio primo salvataggio. Fui insignito della medaglia al valore civile