Venezia approda a Roma
Da oggi in undici cinema della città la rassegna con alcuni titoli del Festival
AVenezia 76 Lucrecia Martel e i suoi sei compagni d’avventura hanno scelto di celebrarlo con il Premio speciale della giuria. Oggi La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco — «l’inevitabile seguito di Belluscone. Una storia siciliana» come lo ha presentato il regista — aprirà la XXV edizione della rassegna «Da Venezia a Roma» con una doppia proiezione (18 e 20.15) al cinema Mignon. Un’edizione piuttosto ricca di titoli, da tutte le sezioni della Mostra.
Dal concorso, oltre al nuovo film di Maresco costruito sull’alternanza delle voci e dei volti di due palermitani agli antipodi, la fotografa Letizia Battaglia e l’impresario faccendiere Ciccio Mira, arriva anche Gloria Mundi di Robert Guédiguian, per cui Ariane Ascaride ha vinto la Coppa Volpi come miglior attrice, gruppo di famiglia
proletaria in una Marsiglia incattivita dalle derive del capitalismo. E, ancora, l’animazione cinefila di Yonfan, No.7 Cherry Lane (miglior sceneggiatura); l’esordio della regista teatrale Shannon Murphy Babyteeth (premio Mastroianni per il giovane Toby Wallace); il nuovo ritratto di donna a forma di Pablo Larraín, Ema, con Mariana Di Girolamo; l’affresco storico di Ye Lou, Saturday fiction, con Gong Li diva e spia. E, infine, The Painted Bird del ceco Václav Marhoul.
Ha convinto la giuria di Orizzonti (guidata da Susanna Nicchiarelli) per la sua interpretazione Marta Nieto, protagonista di Madre di Rodrigo Sorogoyen in programma insieme a Un fils di Mehdi M. Barsaoui per cui Sami Bouajila ha vinto come miglior attore.
Sei titoli della selezione della Settimana della critica, guidata da Giona Nazzaro. Tra questi, All this Victory di Ahmad Ghossein, ambientato durante la guerra del Libano nel 2006. L’italiano Tony Driver di Ascanio Petrini, sorprendente ritratto del tassista italo-americano, al secolo Pasquale Donatone, nato a Bari ma emigrato bambino a Chicago, espulso dagli Usa dopo l’arresto per «traffico di migranti». E il film di animazione Bombay Rose, esordio alla regia dell’indiana Gitanjali Rao. Molti anche i titoli presentati al Lido dalle Giornate degli autori, l’altra sezione autonoma della Mostra. Innanzitutto, You will die at 20 di Amjad Abu Alala, vincitore del Leone del futuro. Premio Venezia opera prima Luigi De Laurentiis. Quindi, La llorona di Jayro Bustamante (Gda Diretor’s Award), Only the animal del franco tedesco Domik Moll, Lingua franca di Isabel Sandoval e They say nothing stays the same di Jo Odagiri.
Due opere da non perdere da Venezia classici: Estasy di Gustav Machatý (film scandalo alla Mostra nel 1934) e Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari di Simone Isola e Fausto Trombetta. E dalla selezione fuori concorso, Adults in the Room di Costa-Gavras e Vivere di Francesca Archibugi.