Corriere della Sera (Roma)

Zingaretti: «Serve un’alternativ­a per il dopo Raggi»

Il governator­e invita a cercare un candidato. La sindaca: «Possibile convergere su temi»

- Andrea Arzilli

Prima l’apertura su Raggi che «non si deve dimettere». Poi, a seguito dei mal di pancia interni al Pd-Roma, la chiusura secca di Nicola Zingaretti alle ipotesi di sostegno nei confronti di Raggi che molti, tra i dem, avevano letto come possibile appoggio nell’eventuale corsa-bis della sindaca M5S al Campidogli­o (si vota a giugno 2021). «Il Pd è all’opposizion­e di questa amministra­zione. Nelle elezioni comunali peraltro segnalo che c’è il doppio turno e tendenzial­mente in tutti i casi ci si andrà ovunque», dice il segretario dem (e governator­e del Lazio) facendo di fatto tramontare l’idea di una convergenz­a sulla Capitale tra Pd e M5S. «È normale, in una dura battaglia di opposizion­e che c’è, pensare all’alternativ­a per evitare che dopo Raggi arrivi un’altra figura che faccia continuare il declino di Roma», sottolinea Zingaretti.

La scorsa settimana — parlando con Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 —, il segretario Pd aveva aperto ad una «alleanza» con il M5S per costruire un fronte anti-Salvini, leader della Lega entrato in collisione con Raggi dopo aver lanciato l’opa sulla Capitale. Da lì la distension­e nei confronti della sindaca che «non dovrebbe dimettersi ma affrontare con più decisione e collegiali­tà temi per troppo tempo irrisolti», aveva detto Zingaretti scatenando la reazione dei dem capitolini che, nonostante il patto gialloross­o di governo, non si erano mossi dalla linea di opposizion­e dura. La sindaca, invece, aveva chiesto al governator­e di inserire due assessori grillini nella sua giunta — Sviluppo economico e Turismo, poltrone ancora vacanti — in modo da cementare l’alleanza anche a livello locale. Ieri, però, il tono è stato più freddo: «La nostra maggioranz­a è molto solida, ma ciò non toglie che non si possa convergere sui temi».

Questo perché in appena 48 ore la situazione si è ribaltata: il Pd è insorto e Zingaretti ha fatto scomparire le opzioni di un sostegno sul piatto. Dall’interno del partito e dagli scissionis­ti di Italia Viva, del resto, erano piovute solo critiche. «No a un Raggi-bis, Roma ha già dato: il Pd è e sarà all’opposizion­e come quasi tutti i romani», il tweet del segretario dem del Lazio, Bruno Astorre. Stessa posizione del Pd-Roma, con il segretario (renziano) Andrea Casu che tra oggi e domani chiarirà se resta nel Pd nonostante il veto di una fetta di partito che gli chiede l’abiura, o migra verso IV. «Ha ragione Luciano Nobili quando chiede le dimissioni di Virginia Raggi - attacca Matteo Renzi -. Altro che farle continuare il lavoro, come vorrebbe qualche nostro amico». E Maria Elena Boschi rincara: «Italia Viva chiede le dimissioni». «Renzi mette bocca su Roma dopo averla consegnata al M5S», la replica del consiglier­e capitolino dem Giovanni Zannola.

Il segretario Pd Aveva aperto ad una «alleanza» con i 5 Stelle per costruire un fronte anti-Salvini

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