Talent Garden, il campus con startup e aziende «Stop alla fuga dei cervelli»
Non solo uno spazio di coworking, con oltre 300 postazioni e che oggi offre spazi di lavoro a circa una settantina di startup, ma anche un centro di formazione sulle competenze 4.0.
Proprio questo mese sono partiti i primi master sul marketing digitale e sul design delle piattaforme web e mobile rivolti a studenti e professionisti. A febbraio si amplierà ulteriormente l’offerta formativa con due nuovi corsi: uno sulle digital hr (risorse umane digitali, ndr)e un altro sul growth hacking, nuova branca del digital marketing. All’indirizzo del campus sono arrivate oltre 400 candidature di giovani e anche di professionisti già affermati. La previsione è quella di formare mille persone nei prossimi due anni. L’attenzione al tema del costante aggiornamento dell’offerta formativa
è, infatti, molto forte, a maggior ragione in un’epoca in cui la tecnologia rende obsolete in 3-4 anni le competenze acquisite sui banchi di scuola e delle università.
Digitalizzare, innovare i processi di vendita, ripensare i modelli di relazione con la clientela sono le parole d’ordine per le imprese che vogliono rimanere sul mercato. E l’ambizione di Talent Garden
Ostiense è proprio quella di formare un bacino di professionisti che potranno essere reclutati anche dalle grandi realtà dove maggiore è la domanda d’innovazione, ad esempio le utilities dell’energia, le banche e l’industria della difesa.
Non a caso all’inaugurazione, svoltasi ieri, erano presenti imprese come Acea, Poste Italiane, Leonardo con cui il campus ha già rapporti privilegiati, in alcuni casi suggellati da veri e propri accordi di collaborazione per mettere in piedi iniziative congiunte di formazione e percorsi di open innovation. Incisiva anche la presenza delle istituzioni: dalla sindaca, Virginia Raggi, al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, fino ai neo ministri Paola Pisano (Innovazione) e Dario Franceschini (Cultura). Tutti concordi sull’esigenza di puntare su digitale e nuove tecnologie per rendere il Paese appetibile ai giovani e agli investitori. «Questa è un’operazione incredibile perché richiama le startup - dice Pisano -. Gli hub sui territori sono importanti perché ci danno la forza di diventare attrattivi anche a livello internazionale». Per la sindaca Raggi le parole d’ordine sono «contaminazione e sinergia: luoghi come questi portano benefici all’intero territorio». Mentre Zingaretti mette in luce il balzo in avanti compiuto dalla Regione negli ultimi anni: «Nel 2013 nel Lazio c’erano 43 startup innovative, oggi sono più di mille. Si è creato un vero e proprio ecosistema dell’innovazione che deve essere sostenuto». Un mondo che ha bisogno di risorse, di idee e anche di una burocrazia più leggera.
❞ Gli hub sui territori ci danno la forza di diventare attrattivi anche a livello internazionale Paola Pisano
Nel 2013 nel Lazio c’erano 43 startup innovative, oggi sono più di mille Nicola Zingaretti