Il Mibact ora entra in Musica per Roma
Fondi dal ministero, nuovo socio
Anche il Mibact nell’Auditorium con Comune di Roma, Regione Lazio e Camera di Commercio. Mentre il bando del Campidoglio per il rinnovo della governance arriva a scadenza (domani), incassato l’ok degli altri soci il Comune lavora insieme agli emissari del Mibact per aumentare il peso specifico della Fondazione Musica per Roma pianificando l’ingresso del governo. Il ministero entrerebbe versando un contributo annuale.
Anche il Mibact nell’Auditorium con Comune di Roma, Regione Lazio e Camera di Commercio. Mentre il bando del Campidoglio per il rinnovo della governance arriva a scadenza (domani), incassato l’ok degli altri soci il Comune lavora insieme agli emissari del Mibact per aumentare il peso specifico della Fondazione Musica per Roma pianificando l’ingresso del governo. Con una doppia strategia, per altro, che si muove sul red carpet su cui in questi giorni sfilano le star del Cinema: da una parte il ministero entrerebbe versando un contributo annuale e con propri rappresentati negli organi di vertice dell’ente che amministra l’Auditorium, dall’altra il Comune si assicurerebbe l’ingresso tra i soci della Fondazione Maxxi-Mibac.
I contatti sono avviati già dai tempi del ministro M5S Alberto Bonisoli. Ma gli incontri faccia a faccia sono avvenuti (non a caso) con il Mibac sotto la gestione del dem Dario Franceschini, ovvero il giunto tra il giallo e il rosso dell’esecutivo M5S-Pd. E, in questo senso, il rapporto tra Franceschini e Luca Bergamo, vice di Virgina Raggi nella giunta M5S, può essere la chiave della rivoluzione che punta, da un lato, a rigenerare l’Auditorium e le sue attività visto che, filtra dalla Fondazione, le cupole sono da riparare e non si fanno più produzioni come una volta; dall’altro a creare un grande polo culturale nell’area in cui grava la presenza di strutture pubbliche in decadenza e da restaurare come il Palazzetto dello sport o lo stadio Flaminio. C’è da trovare la formula, però. E la questione va necessariamente ad intrecciarsi sia con il bando per il rinnovo dei vertici di Musica per Roma, sia con l’ipotesi, sempre più concreta, di una fusione tra fondazioni, cioè tra quella che ha in mano l’Auditorium (con l’ultimo bilancio in attivo di 83 mila euro grazie, in sostanza, all’affitto delle sale) e Cinema per Roma (che ha i conti in rosso). Il passaggio sicuro in questa partita è la scomparsa dell’ad (e del suo stipendio: 230 mila euro), ruolo assegnato dall’ex sindaco Marino allo spagnolo José Dosal, che bene ha fatto, e l’introduzione di un dg nominato dal nuovo Cda (contratto da 100mila euro). Quello in scadenza - Aurelio Regina presidente, Dosal ad, più Azzurra Caltagirone, Lavinia Biagiotti e Nicola Maccanico - si è riunito la scorsa settimana, virtualmente per l’ultima volta. Potrebbe però riunirsi di nuovo per ratificare l’ingresso di un nuovo socio in vista di una riforma più radicale dello Statuto. Si ragiona, infatti, sulla creazione di un’Assemblea dei soci organismo che ora non c’è che potrebbe funzionare da contrappeso nel caso in cui il Campidoglio, sicuro di avere la maggioranza in assemblea, rinunciasse ad un consigliere di Cda in favore di un rappresentante del Mibact. Un po’ come avviene in Rai. Fondamentale è la scelta delle figure del nuovo Cda. Fino ad alcune settimane fa, per il ruolo di nuovo presidente di Musica per Roma, circolava il nome di Pieremilio Sammarco, l’avvocato-mentore sponsorizzato da Raggi. Difficile che la candidatura regga a fronte delle presumibili resistenze degli altri enti. Così una sintesi potrebbe essere trovata su Regina, attuale presidente.
I fondi Il governo entrerebbe versando un contributo annuale e con membri negli organi di vertice