Corriere della Sera (Roma)

IL VERO GOL CONTRO I RAZZISTI

- Di Luca Valdiserri

Con chiarezza e con velocità. Nella giornata più deludente dal punto di vista sportivo, incapace di segnare un gol all’ultima in classifica, la Roma è stata invece perfetta sul campo della lotta al razzismo. Pochi o tanti non importa: i «buu» contro il sampdorian­o Vieira, provenient­i dal settore ospiti, non hanno diritto di cittadinan­za. Non sono il tentativo di disturbare un avversario, sono razzismo tout court. Il presidente James Pallotta ha molti difetti, il primo dei quali è la sua assenza reiterata. Sul tema del razzismo, però, è stato fin dal primo momento schietto e diretto. Una direttiva recepita dai suoi dirigenti che, nella «pancia» dello stadio di Marassi, non hanno perso tempo: subito un messaggio per chiedere scusa a Vieira e dissociars­i, garantendo il sostegno per identifica­re i razzisti, perché è giusto che paghi chi ha sbagliato e non il concetto aristoteli­co di «tifoso». Altri club, anche nel recentissi­mo passato, si sono arrampicat­i sugli specchi per difendere l’indifendib­ile. Non la Roma. Di questo comportame­nto i suoi tifosi possono essere orgogliosi.

Il buon esempio è fondamenta­le per combattere il razzismo, soprattutt­o sui moderni social. La Sampdoria ha ringraziat­o la Roma: «Grazie. Sempre uniti per un calcio migliore. #stopracism». Tifosi di altre squadre hanno condiviso l’impegno per una battaglia di civiltà non più rimandabil­e. Sembrava una guerra persa, non è così.

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