Muore al San Camillo, trovato dopo un giorno
San Camillo, overdose fatale. Caccia al pusher
Un cinta legata al braccio sinistro. L’ultimo gesto prima di iniettarsi la dose di eroina. In un luogo appartato all’interno dell’ospedale San Camillo: fra il parcheggio che costeggia la circonvallazione Gianicolense e una cabina elettrica, non lontano dalla mensa. Lì un tossicodipendente di 37 anni, che abitava con i parenti nella zona di via Aurelia, ha perso i sensi ed è morto. Da solo - almeno secondo i primi accertamenti della polizia - senza che nessuno potesse soccorrerlo, nella giornata di martedì scorso. Ieri mattina un passante ha notato il corpo e ha dato l’allarme: ormai per il 37enne non c’era più nulla da fare. Nella notte i topi avevano già fatto scempio del cadavere.
Per i soccorritori il giovane è deceduto il giorno precedente, anche se ora sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso. La cinta usata come un laccio emostatico e una siringa infilata ancora in vena sembrano tuttavia elementi sufficienti per indirizzare le indagini. Gli agenti del commissariato Monteverde stanno svolgendo una serie di accertamenti per capire cosa sia davvero accaduto e se il 37enne frequentasse qualche Sert del quartiere dopo la chiusura di quello del San Camillo. «Non è possibile controllare i cinque ettari in cui sorge il complesso ospedaliero - spiegano dal nosocomio -, quella è una strada di passaggio, ma era impossibile far caso a quel corpo».
Nella serata di ieri sono stati rintracciati i parenti del 37enne, poi invitati a riconoscere la salma. Uno choc, al quale seguiranno gli interrogatori per cercare di capire se la vittima si sia drogata in compagnia di qualcuno che poi l’ha abbandonata ai margini del parcheggio. Una zona che non dovrebbe essere coperta dall’impianto di videosorveglianza dell’ospedale. Chi indaga potrebbe comunque acquisire i filmati insieme con il telefonino trovato addosso al 37enne. Saranno analizzati i suoi ultimi contatti, non si esclude che fra questi ci possa essere anche lo spacciatore che gli avrebbe venduto l’eroina. Una dose letale, forse perché tagliata male, come è già accaduto quest’anno in vari quartieri della Capitale (tre casi l’estate scorsa): sono oltre 30 le vittime della droga nel 2019 a Roma e provincia, in realtà però sarebbero molte di più.
Negli anni passati, quando questa statistica (come quelle sui clochard morti per strada e sugli anziani deceduti in casa) veniva diffusa senza problemi dalle forze dell’ordine, quota 100 morti per overdose in dodici mesi veniva sempre oltrepassata. Ora è calato il silenzio su un fenomeno tutt’altro che scomparso. Anzi, sempre le statistiche dimostrano come l’eroina abbia in questi ultimi mesi fatto registrare un aumento del consumo (purtroppo anche fra i giovanissimi) a scapito della cocaina, prima di tutto per una questione di prezzo: 1030 euro per l’ero (anche meno), 50-70 per la coca.