Marco Mezquida e Juan Chicuelo tra flamenco e jazz
Chicuelo e Mezquida all’Auditorium
Vincitore del Goya, brillante come solista o partner di Poveda e Duquende, un eletto: il flamenco ha offerto pochi compositori e chitarristi così solidi e influenti come Juan Gómez Chicuelo. Marco Mezquida: musicista totale e clamoroso, creatore di un pianismo unico, che si nutre e si arricchisce nella diversità, che non ha smesso di stupire dalla sua irruzione nella scena europea.
Stasera i due musicisti, accompagnati dalle percussioni di Jacobo Sánchez, saliranno sul palco del Teatro Studio Borgna del Parco della Musica (ore 21, viale Pietro de Coubertin 30).
Il concerto rappresenta l’incrocio di due personalità artistiche nitide e duttili. Un incontro contrassegnato da autenticità, ammirazione reciproca e devozione assoluta alla musica. Conexión si intitola l’album che Chicuelo e Mezquida hanno pubblicato nel 2017. Perché la loro è una perfetta connessione tra jazz e flamenco: un flamenco irresistibile che si nutre di ritmi e crescendo incontenibili, rivelando le mille sfumature di una danza che è uno dei cuori pulsanti del mar Mediterraneo.
«Se descrivi bene il tuo villaggio parlerai al mondo intero», ha detto Tolstoj. Nel caso di Chicuelo e Mezquida è il mondo che arriva prima di tutto e, pennellata su pennellata, disegna un villaggio chiamato Barcellona; poi Juan e Marco la dipingono: colorata, torrida, profonda, giocosa, vecchia, giovane, intensa nella veglia e nei suoi sogni.
Non è fusion, non è world music: è il battito del Mediterraneo che risuona. Barcellona, porto e rifugio, luogo di convergenza e transito, spiaggia del Mediterraneo. Due cacciatori di suono si uniscono. Marco Mezquida e Juan Gómez, Chicuelo raccontano la musica che disegna un porto, la musica che è come l’acqua: così le musiche navigano, convergono. Così suonano Marco Mezquida e Juan Gómez, Chicuelo.