Luca, i video inguaiano i testi dell’omicidio
Ricostruiti tutti gli spostamenti all’Appio Latino
Adue giorni dall’inizio degli interrogatori in Procura di tutti i testimoni dell’omicidio di Luca Sacchi, già emergono particolari che metterebbero nei guai alcuni di loro. Il confronto fra alcuni video e alcune dichiarazioni rilasciate nei primi momenti dopo la morte del 24enne personal trainer dell’Appio Latino presentano numerose contraddizioni, che dovranno essere chiarite davanti ai pm. Una questione non da poco, perché potrebbe rivoluzionare la ricostruzione dei momenti che hanno preceduto l’uccisione di Luca. Al punto che uno dei testimoni - Simone Piromalli, contatto del killer del 24enne Valerio Del Grosso - indica proprio la vittima come «uno dei ragazzi che faceva parte del gruppo di giovani che doveva comprare la droga».
Uno dei momenti chiave della vicenda è la trattativa raccontata proprio da Piromalli e Valerio Rispoli nella prima serata del 23 ottobre. Il luogo è via Latina, all’angolo opposto di via Franco Bartoloni, costeggiando il parco della Caffarella, rispetto al punto in cui Luca è stato colpito a morte. Si vocifera di una panchina, improbabile che il colloquio raccontato dai due testi sia avvenuto in piedi, in mezzo alla strada.
Soprattutto Rispoli ammette di essere stato incaricato da Del Grosso - che di lì a un’ora e mezzo sparerà a Sacchi - di verificare se gli acquirenti della partita di marijuana avessero i soldi necessari. «Come convenuto», sottolinea il gip Corrado Cappiello nella sua ordinanza cautelare che ha spedito in carcere il presunto killer del personal trainer e il suo complice Paolo Pirino. Convenuto con chi? Con la comitiva di Luca, la sua fidanzata Anastasiya Kylemnyk? O con Giovanni Princi, amico di vecchia data della vittima, poi ritornato
Valerio
Del Grosso portato via dopo l’arresto in un residence nella zona di Tor Cervara in auge? E soprattutto quando? Sempre secondo la versione dell’emissario di Del Grosso, a quell’incontro a cinque vicino al parco c’è di sicuro la ragazza. Il pusher arriva poco dopo, per poi allontanarsi insieme con Pirino sulla Smart per andare a prendere la droga, una volta verificato che nello zainetto lasciato e poi ripreso dalla 25enne ci sono i soldi pattuiti. Resta da capire dove fosse Luca in quel momento. E perché sotto interrogatorio Princi, fuggito dal luogo dell’agguato prima dell’intervento dei carabinieri, abbia negato categoricamente di aver mai conosciuto sia Piromalli, sia Rispoli e soprattutto Del Grosso. Una contraddizione evidente fra le quattro versioni fin qui registrate dagli investigatori, senza contare che Anastasiya fino a oggi è rimasta ferma sulle dichiarazioni iniziali, ovvero quelle che descrivono una rapina improvvisa, alle 23 (90 minuti dopo la trattativa in via Latina), mentre stava portando a spasso il cane sul marciapiede di via Bartoloni insieme con il fidanzato. «Ci siamo fermati
Interrogatori Da lunedì in Procura via alle deposizioni di chi sapeva dello scambio droga-soldi
su una panchina per qualche minuto, poi abbiamo deciso di ritornare verso il John Cabot Pub, dove c’era il fratellino piccolo (19 anni) di Luca. Dovevamo controllarlo», ha riferito due giorni dopo i fatti, prima di chiudersi in un silenzio ostinato che potrebbe però finire presto in procura. Non si esclude che la giovane baby sitter venga sentita per ultima, mentre prima di lei a piazzale Clodio sfileranno i protagonisti di quella drammatica serata: i contatti degli spacciatorikiller arrivati invece da San Basilio con l’intenzione di rapinare gli acquirenti della marijuana, con i quali si erano già sentiti, probabilmente per telefono, gli amici di Luca e Anastasiya, compreso Princi, e i testimoni del delitto. Come il giovane cliente del pub che ha riferito di aver visto Del Grosso muoversi come un killer professionista, con la pistola lungo il fianco, per poi alzarlo e fare fuoco, o il residente di via Teodoro Mommsen che ha raccontato di aver visto Anastasiya arrivare almeno un minuto dopo che Luca era stato colpito, con un altro zainetto - diverso da quello con i soldi e i suoi documenti d’identità - sulle spalle.