IL PRIMATO CRIMINALE
Roma ha un primato, di cui naturalmente nessuno sente la necessità, proprio nel campo della criminalità. È un primato nuovo e particolare, ma non per questo meno grave. Vediamo qualche numero, così tutto sarà chiaro.
Roma ha un primato assoluto nel campo degli stupefacenti. È la provincia in Italia dove c’è in assoluto il maggior numero di denunce in questo campo ed è anche la prima in rapporto alla popolazione (117 denunce per 100mila abitanti). Un primato che fino a qualche anno fa nessuno avrebbe pensato che Roma fosse in grado di «conquistare», sebbene il termine conquista in questo caso è davvero inappropriato. Roma è «capitale» della droga, ma anche su altri reati è purtroppo nelle posizioni di vertice. Nei furti d’auto Roma è in testa in Italia in termini di valori assoluti per il numero dei reati commessi, e la sesta in rapporto alla popolazione. Roma è la seconda provincia in Italia per rapine commesse, più di Palermo, Catania e Bari, per intenderci. Ed è la sesta, se il dato è suddiviso rispetto alla popolazione.
Roma è la seconda in valore assoluto nei «furti con destrezza» e la terza nei «furti con strappo»; in entrambi i casi è la settima in rapporto alla popolazione.
Sono dati davvero eclatanti.
Per i reati più gravi, come gli omicidi e i tentati omicidi, Roma per fortuna scende di molte posizioni, rispettivamente al posto 55 per gli omicidi e al posto 23 per i tentati omicidi, ma se considerati in valore assoluto, il loro numero riporta Roma rispettivamente alla seconda e alla prima posizione. Insomma, neppure fra i reati più gravi la crescita della criminalità a Roma è ferma.
Quanto avviene nella Capitale, almeno nel caso dei reati più gravi, è in controtendenza rispetto all’Italia, perché, ad esempio nel 1991 ci sono stati in Italia 1.916 omicidi volontari, ma nel 2017 sono scesi a 357, cinque volte meno. A Roma tendenzialmente il fenomeno cresce quando nel Paese scende.
Il quadro criminale di Roma è probabilmente inatteso, almeno in queste dimensioni e con questi posizionamenti. È come se la città avesse assunto una «specializzazione» criminale in alcune tipologie, il cui «driver», non solo per il primato assoluto, ma per gli altri reati che porta con sé, sembra proprio il mercato degli stupefacenti.
A questo sembrano molto legati anche i furti e, in parte, i reati più gravi, prima pressoché sconosciuti, almeno nell’accezione criminale. Un primato di cui Roma non ha proprio bisogno.