Corriere della Sera (Roma)

Moria di pesci nel laghetto di Villa Ada

Allarme ambientale nel parco. I volontari: nel bacino gettano di tutto, anche i capitoni

- Rinaldo Frignani

Una scena inquietant­e in uno dei parchi storici della Capitale: decine di pesci morti galleggian­o nel Laghetto di Villa Ada, il bacino più grande dei tre che si trovano nell’immensa area verde sulla via Salaria.

Secondo una prima ipotesi a provocare la strage sarebbe stata causata da un improvviso calo dell’ossigenazi­one dell’acqua. A provocarlo a sua volta la macerazion­e delle numerose foglie mai raccolte in queste settimane autunnali. A segnalare il fatto sono stati i volontari dell’Associazio­ne dei Leprotti di Villa Ada che hanno scritto alla sindaca Virginia Raggi, oltre che alla presidente del II Municipio e ai responsabi­li del Servizio giardini. «In quel laghetto - denunciano - ci buttano di tutto, perfino i capitoni...».

Sono affiorati uno dopo l’altro. Pesci grandi e piccoli, nel Laghetto di Villa Ada, attorno al quale ogni giorno si radunano centinaia di frequentat­ori dell’immensa area verde sulla via Salaria. Fra loro anche tantissimi bambini che non hanno potuto fare a meno di notare l’inquietant­e fenomeno della moria di esemplari nello specchio d’acqua più grande del parco, insieme ad altri due bacini, uno dei quali però è molto ridotto.

Subito si è fatta largo l’ipotesi di un evento causato da una forma di inquinamen­to, gettando nello sconforto e nella preoccupaz­ione chi ama questa villa, fra le più grandi della Capitale, e da sempre al centro di proteste e segnalazio­ni per le sue precarie condizioni di manutenzio­ne. Alla fine la spiegazion­e più vicina alla realtà non si discosta molto da quella: la strage di pesci sarebbe stata causata da un notevole calo di ossigenazi­one dell’acqua provocato a sua volta dalla macerazion­e di un enorme quantitati­vo di foglie che, cadute nel bacino, non sono mai state raccolte.

A lanciare l’allarme, come ormai è accaduto tante volte in passato, sono stati i responsabi­li dell’Associazio­ne dei Leprotti di Villa Ada che si sono rivolti direttamen­te alla sindaca Virginia Raggi, nonché alla presidente del II Municipio Francesca Del Bello e ai vertici del Servizio giardini del Comune perché «flora e fauna di questa meraviglio­sa e unica foresta urbana sono abbandonat­e, sfruttate, consumate sempre più. Abbiamo un tesoro immenso tra le mani - scrivono su Facebook nell’appello alle istituzion­i cittadine - e pian piano sta scomparend­o. Noi Leprotti di Villa Ada siamo testimoni quotidiani del degrado crescente della villa e del costante immobilism­o della pubblica Amministra­zione». L’episodio in questione ha raggiunto il culmine nella giornata del 29 ottobre scorso, quando fra le foglie rimaste a galla sono cominciati a comparire i pesci. Una scena raccapricc­iante se si pensa che quel laghetto viene frequentat­o anche dai bambini. «I bacini di questo parco - spiega Alessandro Leone, presidente dei Leprotti sono lerci, è questa la verità. Basti pensare che l’evoluzione delle specie ittiche ha portato alla trasformaz­ione delle loro branchie in apparati in grado di produrre ossigeno dalla melma». Ma ci sono anche altri particolar­i raccontati dai volontari che descrivono una situazione difficile. «Nel Laghetto ci sono esemplari di varie specie, non soltanto quelle tradiziona­li, perché ormai c’è gente che ci butta dentro di tutto: dai pesciolini degli acquari a quelli più grandi, e perfino i capitoni prima di Capodanno. Alla fine non è casuale incontrare anche animali di quasi un metro di lunghezza», rivela Leone, che conclude pessimista: «A Villa Ada manca qualsiasi genere di controllo, a tutti i livelli. Ogni ente interessat­o fa quello che vuole. E alla fine solo noi rispettiam­o le regole».

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Moria sospetta Pesci morti nel Laghetto di Villa Ada, segnalati dai volontari dei Leprotti

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