Scooter usato come miccia, le indagini a una svolta
Potrebbero essere vicine a una svolta le indagini sull’incendio doloso che ha distrutto la libreria antifascista «La pecora elettrica», a Centocelle. Fra gli accertamenti anche quelli sullo scooter usato come miccia per appiccare martedì notte le fiamme al locale. Una dinamica che insospettisce, perché inusuale: non assomiglia al primo rogo nella libreria del 24 aprile scorso. Altri accertamenti riguarderebbero anche il tipo di liquido infiammabile utilizzato da chi ha dato fuoco alla «Pecora elettrica», come anche il rogo alla pizzeria di fronte dell’8 ottobre per il quale la polizia ha già denunciato un piromane sorpreso nei pressi.
È stato avvolto dalle fiamme. È bruciato in un attimo, una vampata che è però bastata perché il fuoco si propagasse in fretta a tutto il locale. E quando, pochi minuti dopo, i pompieri sono accorsi, lo scooter usato come miccia ancora ardeva. Complice la benzina contenuta nel serbatoio, unita al liquido infiammabile che sarebbe stato versato sulla carrozzeria, ora al vaglio dei carabinieri. I Ris stanno analizzando i resti del motorino che è stato utilizzato nella notte di martedì scorso a Centocelle per incendiare la libreria «La pecora elettrica» in via delle Palme.
Una strada purtroppo nota negli ultimi tempi anche per i roghi dolosi: quello nel centro culturale e antifascista replicato per la seconda volta in sei mesi e mezzo - per di più alla vigilia della riapertura dopo i gravi danni subìti il 24 aprile scorso, sempre di notte, quando contro la serranda venne lanciato un ordigno rudimentale - e anche quello dell’8 ottobre che ha danneggiato in modo serio la pizzeria di fronte, «Cento 55». Per questo fatto che ha causato l’evacuazione del palazzo soprastante - la polizia ha denunciato un piromane sorpreso nei pressi con accendini e bottiglia d’alcol. Adesso a insospettire chi indaga è la dinamica dell’ultimo episodio, che ha messo in ginocchio la proprietà della libreriache ieri ha incontrato la sindaca Virginia Raggi - intenzionata a non riaprire nonostante le centinaia di esortazioni a farlo, anche con offerte di una nuova colletta, come quella che aveva consentito di effettuare la prima ristrutturazione. Ora basta, anche per la preoccupazione di quello che potrebbe succedere. Ma lo scooter bruciato, gettato da nella libreria da qualcuno che aveva forzato la saracinesca e infranto la vetrata, potrebbe sembrare una firma, che sarà analizzata, con i video che potrebbero aver ripreso persone sospette attorno alla «Pecora elettrica». Altri accertamenti, a parte quelli sulle celle telefoniche - che forniranno indicazioni su chi si trovava in via delle Palme all’ora dell’incendio - riguardano poi il tipo di liquido utilizzato. Un’analisi degli acceleranti che, insieme con quella sui resti del motorino, potrebbe indicare la strada giusta per identificare i responsabili del rogo. Ma prima ancora il movente.