«Razzisti, volevano uccidere i senegalesi»
Portonaccio, a gennaio cercarono di investire due buttafuori senegalesi. Non si sono scusati
Nella ricostruzione dell’episodio, il gup ha accolto l’impostazione della procura, secondo la quale la notte del 27 gennaio di quest’anno, i due imputati siano stati spinti a cercare di uccidere accecati dall’odio razziale verso i senegalesi. Così, per aver investito due buttafuori senegalesi, offesi con frasi razziste perché li avevano appena respinti all’ingresso della discoteca Qube, i fratelli Daniele, 28 anni, e Gabriele Briscese, 31 anni, sono stati condannati a dieci anni e otto mesi con l’accusa di tentato omicidio. Il gup Gaspare Sturzo ha pronunciato la sentenza al termine del giudizio abbreviato. La pena è stata più bassa di quattordici mesi rispetto alle richieste del pm.
Per aver investito a bordo di una Mercedes due buttafuori senegalesi, offesi con frasi razziste perché li avevano appena respinti all’ingresso della discoteca Qube, i fratelli Daniele, 28 anni, e Gabriele Briscese, 31 anni, sono stati condannati a dieci anni e otto mesi con l’accusa di tentato omicidio. Il gup Gaspare Sturzo ha pronunciato la sentenza al termine del giudizio abbreviato. La pena è stata più bassa di quattordici mesi rispetto alle richieste del pm Elena Neri, che, nella requisitoria, aveva proposto 12 anni di carcere.
Nella ricostruzione dell’episodio, il gup ha accolto l’impostazione della procura, secondo la quale la notte del 27 gennaio di quest’anno, i due imputati siano stati spinti a cercare di uccidere accecati dall’odio razziale verso i senegalesi. A dimostrarlo le offese urlate contro i buttafuori prima di salire in macchina: «A negri semo italiani, comannamo, ma perché ce devono commana’ a noi? Annamo a pja pure la pistola, pe’ sti negri che li ammazzamo tutti».
Parole che raccontano la volontà di ammazzare i due senegalesi: il reato di tentato omicidio è, infatti, aggravato dall’odio razziale. Il gup ha riconosciuto anche la circostanza aggravante dei futili motivi perché i due fratelli – fermati per vicende legate alla droga nel 2018 - si sono convinti a uccidere i buttafuori, spinti dal fatto che i due senegalesi li avevano appena respinti all’ingresso della discoteca. Nel corso del procedimento Daniele e Gabriele – difesi dagli avvocati Giosuè Naso e Marco Lucentini - sono rimasti in silenzio senza scusarsi, nonostante il gup li abbia stimolati a rendere una dichiarazione spontanea. Gli imputati hanno risarcito il danno a una delle parti offese, rappresentata dall’avvocato Romina Lanza. Fuori dall’aula alcuni amici dei fratelli Briscese hanno atteso l’esito dell’udienza, accogliendo con compostezza la decisione del giudice.
Ora un salto indietro alla notte del 27 gennaio di undici mesi fa. La lancetta segna 3,40 quando Daniele e Gabriele, entrambi ubriachi, si presentano all’ingresso del Qube, zona Portonaccio. Con modi arroganti pretendono di entrare, ma i due buttafuori li respingono con fermezza, chiarendo che nelle regole volute dalla direzione del locale è vietato l’ingresso ai chi si trovi nelle loro condizioni. La spiegazione provoca la reazione di Gabriele e Daniele che urlano contro i senegalesi frasi dal contenuto razzista. Furenti, voltano le spalle ai due ragazzi considerati colpevoli di averli respinti e s’incamminano con propositi di vendetta verso la macchina. Come sottolineato dal pm, Gabriele e Daniele non possono permettere che due persone di colore li obblighino a restare fuori dal locale. Alla guida dell’auto si mette Gabriele. Il fratello Daniele siede accanto e non dice nulla, non protesta quando Gabriele spinge il piede sull’acceleratore. La vendetta dei fratelli Briscese non diventa una tragedia solo
❞ Per il pm Quella notte i Briscese non tollerarono che persone di colore li tenessero fuori dal locale
perché i buttafuori hanno la prontezza di scansarsi. A favorirli pure la presenza di un grosso vaso che rallenta la corsa della Mercedes. Fallito il tentativo di investire i due buttafuori, Gabriele e Daniele fuggono via. Con la squadra mobile vicina a fermarli, si costituiranno qualche giorno dopo, il 5 febbraio. Adesso c’è la sentenza di condanna.