Corriere della Sera (Roma)

Delitto Sacchi, la lite al parco della Caffarella

- F. Fia. R. Fr.

La lite prima dell’esecuzione: è l’ipotesi al vaglio degli investigat­ori. Un alterco, forse qualcosa di più, che ha fatto saltare l’affare per l’acquisto di una partita di droga. Il parco della Caffarella come scenario di quello che potrebbe essere accaduto la sera del 23 ottobre, poco prima che Valerio Del Grosso sparasse da distanza ravvicinat­a a Luca Sacchi davanti al «John Cabot Pub».

La lite prima dell’esecuzione. Un alterco, forse qualcosa di più, che ha fatto saltare l’affare per l’acquisto di una partita di droga. Il parco della Caffarella come scenario di quello che potrebbe essere accaduto la sera del 23 ottobre scorso, poco prima che Valerio Del Grosso sparasse da distanza ravvicinat­a a Luca Sacchi davanti al «John Cabot Pub» di via Franco Bartoloni, a poche decine di metri da via Latina. Un’ipotesi, una ricostruzi­one al vaglio, in attesa dei risultati delle analisi sui telefonini acquisiti da carabinier­i e polizia che, coordinati dalla procura, stanno mettendo insieme i pezzi di un puzzle molto complicato.

Nei prossimi giorni dovrebbero partire gli interrogat­ori di chi ha partecipat­o a quell’incontro, descritto nei minimi particolar­i dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere con la quale Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi di Casal Monastero, di fronte a San Basilio, sono finiti in cella, accusati di concorso in omicidio volontario e rapina. Nessuna traccia per il momento del revolver calibro 38 che il primo 21enne ha utilizzato per sparare a Sacchi. Un’arma da fuoco che non è stata fatta ritrovare dal giovane e che non si esclude sia stata consegnata alla stessa persona che l’aveva fornita alla coppia. Forse colui che ha provveduto anche a far noleggiare a Pirino la Smart Four Four vista da più persone la sera dello sparo fatale aggirarsi per l’Appio Latino con i due giovani a bordo, e alla fine alle 23 - imboccare contromano proprio via Bartoloni. Sarà sentito il testimone-chiave della vicenda, un ragazzo di 20 anni che si era recato vicino al «John Cabot» per acquistare le sigarette a un distributo­re automatico e che ha riferito di aver visto Del Grosso scendere dall’utilitaria, camminare impugnando la pistola lungo il corpo e poi alzare il braccio per premere il grilletto. Nessuna aggression­e, quindi, in quel momento. Nessun assalto a Luca e alla fidanzata Anastasiya con la mazza da baseball portata invece da Pirino, ma i fidanzati avevano comunque sul corpo i segni di percosse: il 24enne personal trainer in particolar­e lesioni profonde alle braccia. Ma tutto ciò quando è successo se Del Grosso alle 23 non ha fatto altro che premere il grilletto per uccidere e poi fuggire con la Smart?

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