Romana, cristiana, bizantina: la lunga storia di Aquileia
Reperti archeologici e d’età moderna narrano la città che fu «porta» dell’Impero a nordest
Duemiladuecento anni di vita: prima, l’importante colonia romana fondata nel 181 avanti Cristo, quarta città dopo Roma, Milano e Capua, come ricordò il poeta Ausonio nel IV secolo. Poi, il centro di diffusione del Cristianesimo, l’epoca del Patriarcato, i cinque secoli sotto il dominio dell’Impero asburgico e infine il luogo-simbolo della Prima Guerra Mondiale...
Tante vite e una lunga storia, quella di Aquileia in Friuli-Venezia Giulia, da oggi raccontata in una mostra nel Museo dell’Ara Pacis che ai reperti archeologici affianca, esposta per la prima volta, anla bandiera tricolore originale, recentemente donata allo Stato, che avvolse, nel viaggio del 1921 dalla Basilica di Aquileia al Vittoriano,
il feretro del Milite Ignoto, il soldato scelto dalla madre di un caduto e disperso in rappresentanza di tutte le vittime senza nome. Dietro al tricolore, scorrono in mostra le immagini di un commovente filmato, uno dei primi documenti cinematografici di cronaca, sull’itinerario che lo speciale convoglio ferroviario percorse dal Friuli all’Altare della Patria.
Curata da Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, e da Marta Novello, responsabile del Museo nazionale della città, con il contributo di don Alessio Geretti, la mostra — dal titolo Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Europa — ripercorre le numerose trasformazioni della città concepita come avamposto di Roma nel lembo estremo nord-orientale della penisola.
Tra le diverse opere — introdotte ieri da Maria Vittoria Marini Clarelli, sovrintendente capitolina, Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli, Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia e Luca Caburlotto, direttore del Polo museale Friuli Venezia Giulia — spiccano la misteriosa e straordinaria «Testa di Vento» bronzea, di ascendenza ellenistica e ritrovata nel fondo di un pozzo; il realistico ritratto di un anziano del I secolo avanti Cristo, la stele funeraria di un gladiatore mirmillone — dal caratteristico elmo che copriva interamente il volto — mosaici raffiguranti «pesci adriatici» e un pavone, una Testa di Apollo con ancora tracce di policromia sui capelli. Di grande rilievo anche l’ampia collezione di oggetti in ambra, monili soprattutto, espressione di quell’artigianato artistico che si sviluppò nella città, punto d’arrivo dell’antichissima via dell’Ambra proveniente dal Baltico, dove la resina fossile era raccolta.
In mostra anche 23 calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 in occasione della Mostra Augustea della Romanità, il bel bassorilievo in pietra calcarea del IV secolo raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Paolo e i 43 scatti a tema Aquileia del fotografo friulano Elio Ciol.