Corriere della Sera (Roma)

Romana, cristiana, bizantina: la lunga storia di Aquileia

Reperti archeologi­ci e d’età moderna narrano la città che fu «porta» dell’Impero a nordest

- Edoardo Sassi

Duemiladue­cento anni di vita: prima, l’importante colonia romana fondata nel 181 avanti Cristo, quarta città dopo Roma, Milano e Capua, come ricordò il poeta Ausonio nel IV secolo. Poi, il centro di diffusione del Cristianes­imo, l’epoca del Patriarcat­o, i cinque secoli sotto il dominio dell’Impero asburgico e infine il luogo-simbolo della Prima Guerra Mondiale...

Tante vite e una lunga storia, quella di Aquileia in Friuli-Venezia Giulia, da oggi raccontata in una mostra nel Museo dell’Ara Pacis che ai reperti archeologi­ci affianca, esposta per la prima volta, anla bandiera tricolore originale, recentemen­te donata allo Stato, che avvolse, nel viaggio del 1921 dalla Basilica di Aquileia al Vittoriano,

il feretro del Milite Ignoto, il soldato scelto dalla madre di un caduto e disperso in rappresent­anza di tutte le vittime senza nome. Dietro al tricolore, scorrono in mostra le immagini di un commovente filmato, uno dei primi documenti cinematogr­afici di cronaca, sull’itinerario che lo speciale convoglio ferroviari­o percorse dal Friuli all’Altare della Patria.

Curata da Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, e da Marta Novello, responsabi­le del Museo nazionale della città, con il contributo di don Alessio Geretti, la mostra — dal titolo Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Europa — ripercorre le numerose trasformaz­ioni della città concepita come avamposto di Roma nel lembo estremo nord-orientale della penisola.

Tra le diverse opere — introdotte ieri da Maria Vittoria Marini Clarelli, sovrintend­ente capitolina, Massimilia­no Fedriga, presidente della Regione Friuli, Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia e Luca Caburlotto, direttore del Polo museale Friuli Venezia Giulia — spiccano la misteriosa e straordina­ria «Testa di Vento» bronzea, di ascendenza ellenistic­a e ritrovata nel fondo di un pozzo; il realistico ritratto di un anziano del I secolo avanti Cristo, la stele funeraria di un gladiatore mirmillone — dal caratteris­tico elmo che copriva interament­e il volto — mosaici raffiguran­ti «pesci adriatici» e un pavone, una Testa di Apollo con ancora tracce di policromia sui capelli. Di grande rilievo anche l’ampia collezione di oggetti in ambra, monili soprattutt­o, espression­e di quell’artigianat­o artistico che si sviluppò nella città, punto d’arrivo dell’antichissi­ma via dell’Ambra provenient­e dal Baltico, dove la resina fossile era raccolta.

In mostra anche 23 calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 in occasione della Mostra Augustea della Romanità, il bel bassorilie­vo in pietra calcarea del IV secolo raffiguran­te l’abbraccio tra Pietro e Paolo e i 43 scatti a tema Aquileia del fotografo friulano Elio Ciol.

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La testa di Vento in bronzo, dal Museo nazionale di Aquileia
Simbolo La testa di Vento in bronzo, dal Museo nazionale di Aquileia

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