Corriere della Sera (Roma)

Teatro dell’Opera, Ai Weiwei e il saluto con Robert Carsen

Galleria Alberto Sordi, folla per il libro di Bortuzzo

- Roberta Petronio

Insieme Massimo Giletti e Manuel Bortuzzo (foto Guaitoli)

Manuel Bortuzzo ha la stoffa del campione e del combattent­e. E lo ha dimostrato ancora una volta ieri sera in Galleria Alberto Sordi. La vicenda che lo ha segnato nove mesi fa, cambiando il percorso della sua vita di atleta del nuoto che si allenava per conquistar­e un posto alle Olimpiadi, ha raddoppiat­o la sua forza di volontà. Ora vuole «Rinascere» proprio come dichiara dalla copertina del suo libro edito da Rizzoli, e appena pubblicato, presentato insieme a Massimo Giletti davanti ad un pubblico attento e pieno di affetto, con i bambini in ascolto nelle prime file. Il ventenne triestino ha assimilato l’accento della Capitale: «Roma è bella sempre anche con la pioggia. Frequentan­do i romani si diventa romani». «Questa cosa assurda mi ha portato a voler riprendere subito a vivere, senza perdere neanche un giorno. Ho pianto ma sono sempre ripartito» spiega Bortuzzo. Nelle centosetta­ntasei pagine che ha dato alle stampe c’è il racconto della sofferenza, della rabbia dopo «quella notte», ma soprattutt­o della forza che ha dovuto trovare dentro di sé. «Non hai mai usato mezza parola nei confronti dei responsabi­li, hai reagito con pacatezza e così sei diventato un esempio, ora hai una responsabi­lità nei confronti di tutte le persone che ti seguono» aggiunge Giletti. (Ro. Petr.)

Sono i registi il fiore all’occhiello del Teatro dell’Opera e soprattutt­o l’asso nella manica del sovrintend­ente Carlo Fuortes: nel foyer li cerca nella folla e li porta alla ribalta dei fotografi e degli ospiti che ieri hanno raggiunto il Costanzi.

Da una parte il protagonis­ta della serata, Robert Carsen, dall’altra l’artista cinese, noto anche come attivista per i diritti civili, Ai Weiwei: il suo è praticamen­te un sopralluog­o visto che firmerà la regia della «Turandot», in calendario il prossimo marzo.

Per il debutto del titolo mozartiano «Idomeneo, re di Creta», un’edizione dedicata a Paolo Grassi, storico sovrintend­ente della Scala nel centenario della nascita, un bel fermento e un interessan­te mix di personalit­à: arrivano il cantautore e scrittore Vinicio Capossela, il compositor­e Giorgio Battistell­i, Olivier Descotes del Rossini Opera Festival, Roberto D’Agostino, l’event planner Jean-Paul Troili e Sandra Carraro, Giancarlo De Cataldo, Dino Trappetti, Anna Coliva e Luigi Ficacci, la cantautric­e Paola Turci, Simona Marchini, il neo presidente di Tim Salvatore Rossi, Marisela Federici con veletta, Bruno Vespa, Maria Pia Rispoli, Edoarda Crociani.

Una scossa all’ingresso dell’artista Giovanni Vetere con il modello Gulliver Whitby in kilt e stivali texani, eccentrici, tutti gli occhi sono per loro. La sindaca Virginia Raggi si prenota per il secondo atto.

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