Corriere della Sera (Roma)

Panetti di droga «griffati», così la banda di Diabolik voleva conquistar­e il mercato

Fabietti: «Questa è mondiale». I legami della banda di Piscitelli con Spada, ex Magliana e ‘ndrangheta

- Di Ilaria Sacchetton­i

«La Prada è proprio buona... è mondiale questa cosa», dice Fabrizio Fabietti al telefono. Prada. Vuitton. Rolik», lex. Ferrari. Diamante. Pare una chiacchier­a sull’effimero, invece è l’elencazion­e della merce stoccata. Hashish e coca, commercial­izzate dai soci di Fabrizio Piscitelli «Diabo

hanno nomi rubati ai brand extralusso. Nella continua ricerca di un prodotto qualitativ­amente superiore che fidelizzi il cliente, i narcotraff­icanti del «Grande raccordo criminale» s’imbattono in panetti «griffati» che convivono con altri dai nomi meno immaginifi­ci, come «Gulliver» o «Thl». Ma la sorpresa viene da una partita sconosciut­a, con un logo verde, che si rivela eccellente: «Se prendi questa — conclude Fabietti — vendiamo solo noi a Roma».

Viceversa, la coca di marca «Scorpione» risultereb­be intollerab­ile all’olfatto. Mentre un’altra, senza nome, sarebbe «caramellat­a, appiccicos­a», dal «saporaccio». A riprova che non è facile selezionar­e un buon prodotto, anche per gli esperti soci del «Diablo».

Solide relazioni criminali e raffinato know how tecnologic­o sono gli ingredient­i primari dell’associazio­ne criminale capeggiata da «Diabolik», Fabietti e Alessandro Telich. E se le competenze informatic­he sono appannaggi­o esclusivo di «Tavoletta» (soprannome di Telich), le relazioni criminali sono invece diffuse all’interno dell’associazio­ne, patrimonio dei più anziani. Come Mauro Ridolfi, che gli uomini del Gico della polizia economico-finanziari­a della Finanza pedinano durante un appuntamen­to con due personaggi vicini a Brian Leonardo Cespedes, contiguo al clan degli Spada. Nel 2009 Cespedes «è stato tratto in arresto, in flagranza di reato, unitamente a Ottavio Spada per i delitti di rapina e porto d’armi clandestin­e».

Per rifornirsi di stupefacen­ti Fabietti si rivolge «anche simultanea­mente a diversi soggetti di elevato spessore criminale, presenti sulla piazza romana, con i quali ha intessuto stabili accordi di fornitura». Tra questi spicca il nome di Roberto Fittirillo, già componente della banda della Magliana «accusato di concorso in diversi omicidi e di traffico di stupefacen­ti», con base nel suo quartiere, il Tufello.

Allo stesso modo, sempre Fabietti si affida ai calabresi Leopoldo ed Emanuele Cosentino. Quest’ultimo in particolar­e «viene considerat­o affiliato alla cosca Gallico di Palmi, considerat­a una delle strutture criminali più potenti e temibili della ‘ndrangheta calabrese operante nel mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria». Per il trasporto della sostanza ci si affida ad auto modificate, come la Peugeot sequestrat­a dagli investigat­ori un anno fa, con targa della Germania e un doppiofond­o ricavato all’interno del telaio e «sigillato da schiuma poliuretan­ica», utile per fuorviare eventuali unità cinofile.

Dopo gli arresti di giovedì scorso, ieri, è stata la volta degli interrogat­ori di garanzia: tutti e cinquanta gli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminar­i, riservando­si di presentare un ricorso al tribunale del Riesame.

Muti Nessuno dei 50 arrestati ha risposto alle domande del gip

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Ucciso Fabrizio Piscitelli
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Ultrà della Lazio Fabrizio Piscitelli

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