Corriere della Sera (Roma)

Lazio, un capolavoro di equilibrio tra attacco e difesa

- Stefano Agresti

Ci ha lavorato per anni e adesso, forse, ci è riuscito: Inzaghi ha costruito una Lazio che è un modello di equilibrio. Il percorso è stato lungo e proficuo – nelle sue tre precedenti stagioni ha portato a casa due trofei – ma Simone non è mai andato così vicino alla quadratura del cerchio. In passato la squadra biancocele­ste ha spesso entusiasma­to per la capacità di segnare valanghe di gol (due anni fa ha avuto il miglior attacco del campionato); in alcuni momenti ha offerto spettacolo ma ha anche sprecato occasioni e buttato via risultati. Adesso, a quanto sembra, la situazione è differente e i conti – tutti i conti – tornano davvero.

La Lazio è la seconda squadra che ha segnato di più in campionato, dietro all’Atalanta (34 a 33). La Juve, tanto per capire quanto sia rilevante il numero di gol realizzati dai biancocele­sti, è a quota 25, la Roma a 26, l’Inter capolista a 31. Immobile sta segnando una quantità di reti pazzesca, ma nella stagione sono comunque dieci i calciatori di Inzaghi che hanno fatto centro, a testimonia­nza che il centravant­i non è solo.

Però – la novità è proprio questa – l’eccellente rendimento offensivo per una volta non sta penalizzan­do l’attenzione in fase difensiva, che spesso è stata il punto debole della Lazio. Sono soltanto due le squadre che hanno subito meno gol rispetto ai 14 incassati dai biancocele­sti: la Juve con 12 e l’Inter con 13. E tutto questo fa sì che la formazione di Inzaghi abbia la miglior differenza reti del campionato: +19. L’Inter è a +18, la Juve a +13, la Roma a +11. Equilibrio, appunto.

In vetrina c’è l’attacco della Lazio: Immobile che segna, Correa che dribbla e prende rigori, Luis Alberto che danza, Milinkovic-Savic che si è messo pure a contrastar­e. Se però la squadra di Inzaghi sta compiendo questo salto di qualità - e se è diversa rispetto alle scorse stagioni - il motivo principale è legato soprattutt­o alla nuova solidità della difesa. Eppure i calciatori sono gli stessi di un anno fa, perché il giocatore che è stato acquistato per sanare le difficoltà là dietro, cioè Vavro, è una delle grandi delusioni della stagione. La principale, forse, considerat­o l’investimen­to non irrilevant­e, pari a oltre dieci milioni. Di conseguenz­a il castello difensivo continua a essere costruito attorno a un portiere giovane e buono ma non straordina­rio, come Strakosha, e a due monumenti come Acerbi e Radu, più un terzo uomo a scelta. Ma la Lazio, così, funziona a meraviglia.

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