Lazio, un capolavoro di equilibrio tra attacco e difesa
Ci ha lavorato per anni e adesso, forse, ci è riuscito: Inzaghi ha costruito una Lazio che è un modello di equilibrio. Il percorso è stato lungo e proficuo – nelle sue tre precedenti stagioni ha portato a casa due trofei – ma Simone non è mai andato così vicino alla quadratura del cerchio. In passato la squadra biancoceleste ha spesso entusiasmato per la capacità di segnare valanghe di gol (due anni fa ha avuto il miglior attacco del campionato); in alcuni momenti ha offerto spettacolo ma ha anche sprecato occasioni e buttato via risultati. Adesso, a quanto sembra, la situazione è differente e i conti – tutti i conti – tornano davvero.
La Lazio è la seconda squadra che ha segnato di più in campionato, dietro all’Atalanta (34 a 33). La Juve, tanto per capire quanto sia rilevante il numero di gol realizzati dai biancocelesti, è a quota 25, la Roma a 26, l’Inter capolista a 31. Immobile sta segnando una quantità di reti pazzesca, ma nella stagione sono comunque dieci i calciatori di Inzaghi che hanno fatto centro, a testimonianza che il centravanti non è solo.
Però – la novità è proprio questa – l’eccellente rendimento offensivo per una volta non sta penalizzando l’attenzione in fase difensiva, che spesso è stata il punto debole della Lazio. Sono soltanto due le squadre che hanno subito meno gol rispetto ai 14 incassati dai biancocelesti: la Juve con 12 e l’Inter con 13. E tutto questo fa sì che la formazione di Inzaghi abbia la miglior differenza reti del campionato: +19. L’Inter è a +18, la Juve a +13, la Roma a +11. Equilibrio, appunto.
In vetrina c’è l’attacco della Lazio: Immobile che segna, Correa che dribbla e prende rigori, Luis Alberto che danza, Milinkovic-Savic che si è messo pure a contrastare. Se però la squadra di Inzaghi sta compiendo questo salto di qualità - e se è diversa rispetto alle scorse stagioni - il motivo principale è legato soprattutto alla nuova solidità della difesa. Eppure i calciatori sono gli stessi di un anno fa, perché il giocatore che è stato acquistato per sanare le difficoltà là dietro, cioè Vavro, è una delle grandi delusioni della stagione. La principale, forse, considerato l’investimento non irrilevante, pari a oltre dieci milioni. Di conseguenza il castello difensivo continua a essere costruito attorno a un portiere giovane e buono ma non straordinario, come Strakosha, e a due monumenti come Acerbi e Radu, più un terzo uomo a scelta. Ma la Lazio, così, funziona a meraviglia.