Corriere della Sera (Roma)

Visionari Archive, nomadi delle note

La band inglese stasera live all’Auditorium

- Marco Andreetti

Sono londinesi. Fanno un rock progressiv­o lirico e intessuto di influenze elettronic­he. Musica che invita a lasciarsi trasportar­e da atmosfere avvolgenti ed evocative.

Sono passati due anni dalla loro ultima incursione italiana. Gli Archive stasera suoneranno all’Auditorium. Una tappa della tournée europea pensata per festeggiar­e il quarto di secolo. Dalla metà degli anni 90 ad oggi. All’attivo dodici album in studio. Lungo un percorso pieno di inventiva e in continua evoluzione. «Sia Darius che io siamo interessat­i a tipi di musica molto diversi - ha spiegato Danny Griffiths, fondatore della band insieme a Darius Keeler – dal momento in cui ci siamo incontrati trent’anni fa, sapevamo già che ci saremmo costanteme­nte evoluti. E così è stato. Sin dal nostro primo disco Londinium».

Londinium è un mix di progressiv­e rock, trip-hop ed elettronic­a. Un progetto in controtend­enza cominciato nel 1994 a

Londra. Oltre ai due fondatori Keeler e Griffiths, il collettivo ha coinvolto altri artisti come Pollard Berrier, Rosko John, Dave Pen, Maria Q, Holly Martin, Steve Harris, Jonathan Noyce, Steve «The Menace» Davis, Steve «Smiley» Barnard e Mickey Hurcombe. «Sono fiero del lavoro che abbiamo fatto come collettivo durante tutti questi anni» ha detto Keeler. Lo scorso maggio hanno pubblicato 25. Un cofanetto con 43 delle loro migliori tracce e otto inediti. «Abbiamo sentito che era il momento giusto per concederci una pausa - ha sottolinea­to Keeler – per renderci conto di quanto ci siamo spinti lontano nel nostro viaggio».

Uno degli inediti, Lightning Love, è stato realizzato con Steve Mason, cantante e membro fondatore della band di culto degli anni 90 The Beta Band. Il singolo Remains Of Nothing invece ha visto la collaboraz­ione di un gruppo garage-rock di Southampto­n: Band Of Skulls. «Questo progetto è stata un’altra bella occasione per collaborar­e con nuove persone - ha detto Keeler – inoltre penso che Remains Of Nothing sia una delle migliori cose che abbiamo mai fatto». Il singolo è uscito insieme a un videoclip dark e barocco girato dal madrileno NYSU. Al secolo Jesus Hernandez. Il loro regista feticcio. «Quando lavoriamo con NYSU abbiamo sempre l’impression­e di aprire un portale verso mondi sconosciut­i - ha aggiunto Keeler - ma questa sensazione non è stata mai così forte come in quest’ultimo video. Il mondo nel quale vive è allo stesso tempo magnifico e spaventoso. È un luogo affascinan­te da visitare. Ma non sono sicuro di volerci rimanere».

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Voce Dave Pen durante un concerto degli Archive

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