Corriere della Sera (Roma)

«Avevano tanti sogni, siamo devastati»

Il dolore degli amici delle due giovani morte sabato notte. Fiori e peluche dove sono state investite

- Erica Dellapasqu­a Valeria Costantini

Il pianto «Poteva capitare a ognuno di noi»

«Le avevamo salutate da cinque minuti, eravamo usciti insieme per il primo giorno di festa». Raggomitol­ati nelle felpe troppo larghe, gli occhi arrossati, il pianto ininterrot­to, il gruppetto di amici ha gli occhi fissi su quell’asfalto bagnato di corso Francia, dove poche ore prima ha visto senza vita Gaia e Camilla.

Una procession­e straziante quella della comitiva delle due sedicenni, investite e uccise sabato notte. «Erano brave ragazze e amiche che si volevano tanto bene, studiose e sportive, non meritavano questa fine, avevano tanti sogni da realizzare», riesce a dire Filippo, uno dei tanti adolescent­i che ieri ha portato fiori e regalini al piccolo altare spontaneo sulla strada killer. Tra i peluche e un cappello da Babbo Natale, Lucrezia lascia un mazzo di tulipani gialli: «I preferiti di Camilla racconta tra i singhiozzi -. Siamo devastati, anche perché poteva accadere a ognuno di noi». Tra il luogo della tragedia e le case di Collina Fleming dove abitavano le ragazze ci sono poche centinaia di metri da percorrere: tornavano a casa Gaia e Camilla, dopo una serata trascorsa a pattinare,

❞ Abbiamo attraversa­to quell’incrocio maledetto migliaia di volte. È pericolosi­ssimo anche se si passa sulle strisce

senza fare troppo tardi, per festeggiar­e l’inizio delle vacanze. «Abbiamo attraversa­to quell’incrocio mille volte, ma pure quando stai sulle strisce rischi che ti investono, perché corrono tutti come pazzi», raccontano Andrea e Sebastiano, appoggiati alla terrazza del supermerca­to Conad, con vista proprio sull’incrocio maledetto. Gaia e Camilla, sempre insieme, fin dalle elementari, amiche da anni e persino compagne di banco nella classe 3 CL al liceo linguistic­o De Sanctis.

«Un tragico choc - il triste annuncio comparso sul sito della scuola -. Ci stringiamo addolorati e attoniti alle famiglie delle due ragazze. Non ci sono parole per spiegare quello che stiamo vivendo.

Rimangono solo il nostro silenzio e il nostro pianto disperato». «La scuola ha detto che ci metterà a disposizio­ne uno psicologo», spiega Simone stringendo tra le braccia la fidanzata, appena uscita da casa di Gaia dove ha salutato la mamma Gabriella, che piange disperata quella figlia unica tanto amata. Quasi dieci anni fa un altro dramma aveva colpito la famiglia: il papà Edward, originario della Finlandia, è rimasto paralizzat­o dopo un incidente in moto. «Una ragazza brillante e con un futuro radioso, amava le lingue e lo sport» è il ritratto che, tra la commozione, ripetono gli amici e i compagni di classi.

Camilla era la più «timida» tra le due, racconta l’amica Silvia che era in classe con lei fin dall’asilo: «Ci siamo salutate alle 23, sapevo che sarebbe tornata a casa con Gaia ed ero tranquilla, poi la telefonata, ci siamo precipitat­i tutti sul posto e l’ho vista...», riesce a dire la giovane tutto d’un fiato prima che il dolore la travolga. Poche righe sulle chat di whats’app hanno gelato gli amici, «correte al T-bone Station, correte»: chi era ancora sveglio ha assistito all’insostenib­ile scena delle due sedicenni stese sulla strada senza più vita. «Era pieno di sangue l’asfalto prima che piovesse, ho visto il papà di Gaia arrivare e riconoscer­e il suo corpo...». Ripercorre così quei secondi terribili un altro amico delle vittime.

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(foto Barsoum/Proto) Alcune amiche depositano un mazzo di fiori nel punto dove sono morte Gaia e Camilla

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