Corriere della Sera (Roma)

Publio Morbiducci, i disegni per il Foro Italico

Trentasei nudi maschili esposti al Laocoonte

- di Edoardo Sassi

Scultura Autore del Bersaglier­e a Porta Pia e del gruppo dei Dioscuri del Colosseo Quadrato

Almeno a Roma, e per il grande pubblico, la celebrità di alcune sue opere è inversamen­te proporzion­ale alla fama del suo nome. Tutti infatti conoscono il Bersaglier­e in bronzo di Porta Pia o i colossali Dioscuri con cavalli impennati ai lati del palazzo della Civiltà dell’Eur. Ma non sono in tanti a saper che quelle sono due tra le tante sculture realizzate dal romano Publio Morbiducci (18891963), uno degli artisti più rappresent­ativi del clima figurativo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Scultore, sì. Ma anche medaglista, incisore, pittore, disegnator­e.

Ed è su quest’ultimo aspetto che si concentra la mostra allestita in questi giorni presso la Galleria del Laocoonte, a cura di Monica Cardarelli. Titolo, Publio Morbiducci, Nudi maschili, con circa trentasei disegni — scampati alla distruzion­e dello stesso autore, che tra il 1945 e il 1946 epurò una cospicua parte della sua produzione — relativi ad alcuni dei gigantesch­i atleti in marmo di Carrara dello Stadio dei Marmi e dello Stadio del Tennis di Roma.

Almeno sulla carta, in quei due fascistiss­imi complessi — solo dopo decenni di damnatio divenuti fonti di studio, ispirazion­e e ammirazion­e — Morbiducci realizzò soltanto il Discobolo in riposo, una delle ultime statue a essere collocata nello Stadio dei Marmi nel 1938, sei anni dopo l’inaugurazi­one ufficiale, coincisa col decennale del regime. In realtà Morbiducci aveva partecipat­o al concorso iniziale, in cui scultori di tutte le regioni d’Italia sottoposer­o 127 bozzetti, ma soprattutt­o si era assunto il compito di realizzare le ultime statue commission­ate a Eugenio Baroni (1880-1935) — il Pescatore con il rampone e quello con la rete, per lo Stadio del Tennis, ad esempio — di cui egli fu, artisticam­ente e operativam­ente parlando, a un tempo l’erede e l’esecutore testamenta­rio. Vigoria e potenza, tipiche dello spirito del tempo, caratteriz­zano anche questi disegni a matita, a carboncino e a sanguigna, raffiguran­ti tipi ideali, figure italicissi­me ispirate alla classicità ma per le quali Morbiducci mise in posa il figlio di suo fratello, oppure modelli presi in prestito dalle piazze di Testaccio rione dove aveva lo studio, in via Bodoni.

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Particolar­e di uno dei «Nudi maschili» di Publio Morbiducci in mostra fino al 12 marzo presso la Galleria del Laocoonte di via Monterone
Anni Trenta Particolar­e di uno dei «Nudi maschili» di Publio Morbiducci in mostra fino al 12 marzo presso la Galleria del Laocoonte di via Monterone

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