Publio Morbiducci, i disegni per il Foro Italico
Trentasei nudi maschili esposti al Laocoonte
Scultura Autore del Bersagliere a Porta Pia e del gruppo dei Dioscuri del Colosseo Quadrato
Almeno a Roma, e per il grande pubblico, la celebrità di alcune sue opere è inversamente proporzionale alla fama del suo nome. Tutti infatti conoscono il Bersagliere in bronzo di Porta Pia o i colossali Dioscuri con cavalli impennati ai lati del palazzo della Civiltà dell’Eur. Ma non sono in tanti a saper che quelle sono due tra le tante sculture realizzate dal romano Publio Morbiducci (18891963), uno degli artisti più rappresentativi del clima figurativo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Scultore, sì. Ma anche medaglista, incisore, pittore, disegnatore.
Ed è su quest’ultimo aspetto che si concentra la mostra allestita in questi giorni presso la Galleria del Laocoonte, a cura di Monica Cardarelli. Titolo, Publio Morbiducci, Nudi maschili, con circa trentasei disegni — scampati alla distruzione dello stesso autore, che tra il 1945 e il 1946 epurò una cospicua parte della sua produzione — relativi ad alcuni dei giganteschi atleti in marmo di Carrara dello Stadio dei Marmi e dello Stadio del Tennis di Roma.
Almeno sulla carta, in quei due fascistissimi complessi — solo dopo decenni di damnatio divenuti fonti di studio, ispirazione e ammirazione — Morbiducci realizzò soltanto il Discobolo in riposo, una delle ultime statue a essere collocata nello Stadio dei Marmi nel 1938, sei anni dopo l’inaugurazione ufficiale, coincisa col decennale del regime. In realtà Morbiducci aveva partecipato al concorso iniziale, in cui scultori di tutte le regioni d’Italia sottoposero 127 bozzetti, ma soprattutto si era assunto il compito di realizzare le ultime statue commissionate a Eugenio Baroni (1880-1935) — il Pescatore con il rampone e quello con la rete, per lo Stadio del Tennis, ad esempio — di cui egli fu, artisticamente e operativamente parlando, a un tempo l’erede e l’esecutore testamentario. Vigoria e potenza, tipiche dello spirito del tempo, caratterizzano anche questi disegni a matita, a carboncino e a sanguigna, raffiguranti tipi ideali, figure italicissime ispirate alla classicità ma per le quali Morbiducci mise in posa il figlio di suo fratello, oppure modelli presi in prestito dalle piazze di Testaccio rione dove aveva lo studio, in via Bodoni.