FLAMINIO, IL SILENZIO PLUMBEO
Èabbondantemente trascorso novembre e del progetto di risanamento dello stadio Flaminio, annunciato con la dovuta enfasi dall’assessore allo Sport Daniele Frongia, non c’è traccia. Era la fine di agosto, faceva molto caldo e forse l’afa aveva spinto l’assessore a prometterla grossa per vedere che effetto facesse. Spinti dal desiderio di credere in qualsiasi cosa possa riguardare il futuro della città, ci sono caduti in tanti nell’ immaginifico scenario proposto a scadenza autunnale dall’assessore. Quando è calma piatta, basta che qualcuno prometta qualcosa che si finisce per credere a quasi tutto. Far tornare in funzione lo stadio costruito da Nervi per le Olimpiadi del 1960 e poi via via abbandonato era un proposito che meritava fiducia. Ma forse siamo stati tutti un po’ ingenui poiché l’esperienza doveva spingerci allo scetticismo. Un fiume di parole continua a scorrere dal Campidoglio dilagando (ora via social) per la città, come è stato quasi sempre.
Senza pudore, sindaci e assessori ci hanno inondato tante volte di chiacchere. Al Flaminio rinnovato ci avevamo creduto perché piaceva pensare che entro i tre mesi previsti ci sarebbe stato un segnale di ripresa dall’inerzia in cui continua a vivere Roma. Novembre è trascorso e il progetto del rinnovato stadio Flaminio sembra si sia perso per strada. A questo punto è da preferire il plumbeo silenzio di alcuni assessori: non promettono niente e, quindi, mantengono la parola.