Intossicati nel b&b, quattro turisti in ospedale
Guasto all’impianto di riscaldamento
Poteva concludersi in tragedia la vacanza romana di una famiglia di turisti ecuadoriani ospiti di un bed&breakfast in via di Torre Argentina, in uno degli angoli più suggestivi della Capitale. In quattro sono finiti in ospedale in osservazione per un’intossicazione da monossido di carbonio per un guasto all’impianto di riscaldamento. I vigili del fuoco hanno evacuato l’intera struttura e con i carabinieri indagano per ricostruire i fatti. In corso accertamenti per verificare che nella struttura fossero rispettate le misure di sicurezza.
Hanno accusato i primi malesseri dopo essere tornati nel loro appartamento. Cefalea, giramenti di testa, vomito. Quasi perdita di conoscenza. Sintomi di un’intossicazione che ha colpito nello stesso momento quattro persone in un bed&breakfast in via di Torre Argentina. Poco prima la famiglia di turisti ecuadoriani era andata a cena in un ristorante in centro la sera di Natale e poi era rientrata nella struttura ricettiva in uno dei punti più suggestivi della Capitale. Padre, madre e due figli, un ragazzo e una ragazza, hanno cominciato a sentirsi male uno dopo l’altro.
La sintomatologia specifica di chi rimane vittima di un’intossicazione da monossido di carbonio. Per un caso fortunato però questa volta nessuno si era messo ancora a dormire, e il capo famiglia si è reso conto di quello che stava accadendo riuscendo a dare l’allarme. Si sono salvati tutti, per un soffio, anche se sono finiti in ospedale: lui, di 57 anni, al Santo Spirito, la moglie, di 58, al San Giovanni insieme con il figlio 29enne, mentre la sorella di 22 è stata ricoverata al Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina. È lei ad aver subìto le conseguenze peggiori nella serata da dimenticare. Anche se nessuno dei quattro è in pericolo di vita, ma sono stati trattenuti in ospedale solo in via precauzionale. Ma sarebbe potuta andare molto peggio.
I vigili del fuoco, avvisati dai responsabili del b&b, hanno evacuato la struttura dove si trovavano altri sei clienti, che non sono stati male. Fatto che potrebbe avvalorare l’ipotesi di un incidente che ha coinvolto soltanto l’appartamento degli ecuadoriani. I soccorritori hanno disattivato l’impianto di riscaldamento e aperto le finestre per areare i locali e far disperdere la sostanza tossica rilevata dagli strumenti delle squadre Nbcr. Poi sono intervenuti i carabinieri della compagnia Roma Centro e della stazione Piazza Farnese che ora indagano per capire cosa sia accaduto. Gli investigatori dell’Arma hanno sentito i turisti ricoverati, ma anche quelli ospiti del b&b, che sono stati fatti poi rientrare nelle loro camere. Ascoltati anche i titolari per capire se siano state rispettate le misure di sicurezza previste dalla legge per le strutture ricettive. Per il momento, in attesa di ulteriori esami, non sono stati presi provvedimenti nei loro confronti: questa mattina i vigili del fuoco effettueranno un altro sopralluogo per esaminare la caldaia. Una vicenda che ricorda quella di qualche settimana fa a Labico, non lontano da Palestrina, dove padre, madre e una bimba di appena quattro mesi, di origini nigeriane, sono stati trovati senza vita nell’abitazione che avevano preso in affitto dall’estate scorsa nel centro della cittadina. A ucciderli, come avevano stabilito le indagini dei carabinieri, proprio il monossido di carbonio sprigionato da un secchio di metallo riempito di carbone utilizzato come braciere in camera da letto. In quell’occasione a dare l’allarme era stata la padrona di casa che si era recata dalla famigliola per riscuotere l’affitto ma non aveva ottenuto risposta. I tre erano deceduti addirittura da una decina di giorni.