Nicola Piovani: la musica è una piccola magia
Il compositore da Oscar all’Auditorium con le sue colonne sonore «In questo mestiere c’è una forte quota di lavoro, a volte faticoso»
«Pericolosa», perché imprevedibile e misteriosa. Perché un semplice incastro di note sa raccontare la vita pur senza parlare, regalando scampoli di emozioni che toccano l’anima. Così era la musica secondo Federico Fellini, dal quale Nicola Piovani ha preso in prestito la definizione per titolare il concerto-spettacolo in cui esplora il rapporto tra il cinema e le sue colonne sonore composte per registi come Monicelli, Tornatore, Benigni (che nel 1999 gli valse l’Oscar con La vita è bella), i fratelli Taviani e lo stesso Fellini: La musica è pericolosa, appunto, in programma da domani a venerdì all’Auditorium.
Fellini parlava di «magia» della musica. Per lei comporre significa sciogliere questa magia o rimanerne incantati in eterno?
«È indubbiamente affascinante legare l’idea del compositore a una quota di magia. Una piccola quota, però, perché non va dimenticato che nel fare musica c’è invece una grande quota di artigianato: di lavoro, di studio, di amore per il dettaglio dall’apparenza insignificante. Insomma, una forte quota di lavoro, a volte molto faticoso».
Il cinema invece? Qual è stato per lei il film «pericoloso» per eccellenza?
«Un punto di svolta della mia adolescenza è stato senz’altro 8 e ½ di Fellini e l’innamoramento per la musica di Nino Rota. Quelle visioni e quegli ascolti mi accesero il sogno di fare un giorno il cineasta attraverso la musica. Naturalmente non pensavo che questo sogno si avverasse, e invece mi sono ritrovato addirittura a parlare a lungo di questo proprio con Fellini».
E il film che ama e di cui magari avrebbe voluto scrivere la colonna sonora?
«Mi permetta di rubare una risposta all’amico e maestro Ennio Morricone: “Non ho avuto mai tempo di invidiare il lavoro altrui”. Ma mi è capitato di guardare un film e di pensare: “Questo mi sarebbe piaciuto musicarlo, in un altro modo”. Per esempio, è successo quando ho visto un film bellissimo, che ha avuto meno fortuna di quel che meritava, come Anche libero va bene di Kim Rossi Stewart».
La musica è pericolosa avanza tra note, parole e immagini. Ci sono novità?
Quando Vincenzo Cerami ed io nel 1989 abbiamo fondato la Compagnia della Luna, il programma poetico era di indagare i rapporti teatrali fra parola e musica. E sottolineo teatrali. Un ambito di ricerca che dà continue sorprese, c’è ancora molto da scoprire. Ne La musica è pericolosa gli spettatori ascoltano racconti, riflessioni, confessioni su musiche che subito dopo vengono eseguite. Finora questo gioco è stato apprezzato, con una scaletta che cambia e si aggiorna di anno in anno. Nei tre concerti romani, ad esempio, entra per la prima volta la musica che ho scritto per Il traditore di Bellocchio».
Domani inizia il 2020, ha un augurio da fare?
«Fra i tanti auguri che possiamo farci, ne scelgo uno, metaforico e ottimistico: mi auguro che i tanti Narcisi che occupano la nostra scena politica interpretino il mito di Narciso fino in fondo, come l’ha raccontato Ovidio, cioè affogando (metaforicamente, s’intende)».
Progetti?
❞ Il film «pericoloso» Per me un punto di svolta è stato 8 e ½ di Fellini e l’innamoramento per le melodie di Nino Rota
❞ Nel 2020 Mi auguro che i tanti Narcisi della politica interpretino il mito di Narciso fino in fondo
«Sto scrivendo un’Opera: una vera Opera con soprano, tenore, baritono, contralto, coro, orchestra, scene e costumi. Andrà in scena a giugno, per completare la partitura ho cancellato ogni altro impegno di lavoro. Dopo i tre concerti romani mi fermo».