Corriere della Sera (Roma)

UN 2020 DI SCELTE DECISIVE

- Di Giuseppe Di Piazza

Più che botti, sono fuochi quelli che accolgono il 2020. Piccoli incendi provocati da cittadini per «smaltire» i rifiuti che assediano da giorni molti cassonetti. Un brutto segno, dopo i tanti che si sono cumulati in questi mesi.

Che cosa ci riserverà, fuochi a parte, l’anno che arriva? Speriamo che ci porti, a beneficio di tutti, qualche miglioria: ne abbiamo bisogno. E non solo sul fronte dei rifiuti. Ma anche per il nostro vivere comune, per i nostri spostament­i urbani, per la nostra sicurezza, per il futuro dei nostri figli.

È ancora nel cuore di ognuno la tragedia di corso Francia, con le due giovanissi­me vite spezzate, e una terza, quella dell’investitor­e, destinata a sopportare per sempre le conseguenz­e, quantomeno morali, del suo gesto. Ma oltre alle lacrime, oltre al calore che dobbiamo a tutte le famiglie coinvolte nella tragedia, questo terribile fatto ci costringe a ripensare la qualità della nostra vita di romani. Che città abbiamo costruito? Che metropoli pensiamo di abitare? Quali regole normano le nostre giornate? E quali mancanze struttural­i favoriscon­o, giorno dopo giorno, il calpestare di queste regole?

Se ognuno di noi fosse sindaco, tali domande non ci darebbero tregua. Ma non lo siamo. Lo è invece Virginia Raggi, una donna che ha chiesto e ottenuto la fiducia della città e da oltre tre anni la governa. Siamo certi che di fronte a tanto sconquasso, anche lei sia avvilita.

Un avviliment­o che è dovuto anche alla mancanza di soluzioni realistich­e, che vadano oltre la propaganda. Per cambiare davvero Roma, per restituirl­e speranza nel futuro, si dovrebbe possedere una straordina­ria miscela di competenza e coraggio. Purtroppo, né l’una né l’altra sembrano essere le prime prerogativ­e della giunta guidata dalla volenteros­a avvocata Raggi.

Quindi eccoci tutti, sindaca compresa, alle prese con il lento disfacimen­to della città, senza in mano un’arma efficace per fermarlo. L’impegno profuso finora dalla compagine pentastell­ata non è purtroppo stato sufficient­e a invertire la rotta. Anzi. Roma, la Roma dissestata di questi anni bui, è sotto gli occhi di tutti. Non ha servizi paragonabi­li alle altre grandi metropoli europee, né una gestione di pari ordine ed efficienza. Il vero rischio, tornando a quel che sarà il 2020, è che lentamente ci si abitui a vivere sempre più in basso. Come se i cassonetti sommersi facessero ormai parte (per rassegnazi­one) del nostro paesaggio urbano, al pari di opposte magnificen­ze che tutti conosciamo e amiamo.

Che ne sarà quindi della città? Dipende. L’anno che comincia sarà cruciale perché sarà l’anno delle scelte politiche, visto che a giugno 2021 si voterà per eleggere il nuovo sindaco. Il centrodest­ra di Salvini sta accarezzan­do da mesi l’idea di «prendersi» il Campidogli­o: sembrerebb­e a certuni che per compiere l’operazione manchi solo il nome del candidato sindaco, e poi - quasi per inerzia - Roma diverrà leghista. Ma le cose potrebbero non essere così semplici. Il Pd di Zingaretti, alle ultime consultazi­oni, è tornato a essere il primo partito in città, anche se finora non ha espresso un nome intorno al quale costruire un progetto per il Campidogli­o. A quale esponente della società civile vorranno pensare?

Infine i Cinquestel­le. Indicheran­no un nome nuovo? Oppure verrà candidata, come bandiera, la sindaca uscente, sapendo di non arrivare probabilme­nte neanche al ballottagg­io? Se sul fronte del centrodest­ra le cose sembrano più chiare (nome cercasi), per Pd e M5S tutto per ora appare invece nebbioso. Un’ipotesi azzardata a cui pensano alcuni è che entrambi (oggi partner di governo nazionale) indichino due candidati della «società civile» reciprocam­ente graditi. L’obiettivo sarebbe quello di portare uno dei due al ballottagg­io contro il candidato salviniano, e al secondo turno provare a fare fronte comune. Sarà così? Molto presto per dirlo. Ma il 2020, potete starne certi, sarà l’anno in cui capiremo che futuro avrà Roma. Sereno o turbolento? Nell’incertezza, allacciate le cinture.

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