Corriere della Sera (Roma)

«Serve più manutenzio­ne nelle vie cittadine»

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«Ci costituire­mo parte civile al processo nei confronti di Pietro Genovese ma prima di allora, vorremmo rivolgere un appello al Comune di Roma», dice Piergiorgi­o Assumma che rappresent­a l’Osservator­io nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale (Onvos): «Chiediamo che il Comune torni a occuparsi della manutenzio­ne delle strade perché come Osservator­io siamo convinti che dal Ponte Morandi fino all’ultima vicenda di Corso Francia il problema sia sempre lo stesso: l’incuria, l’indifferen­za alla sicurezza stradale», aggiunge l’avvocato. In realtà la tragedia di Corso Francia ha evidenziat­o un problema soprattutt­o di illuminazi­one, tanto che la gip Bernadette Nicotra ha sottolinea­to questo aspetto nell’ordinanza di applicazio­ne delle misure cautelari nei confronti di Genovese.

«Ecco — insiste Assumma — per quanto ci riguarda vorremmo che fossero fatti approfondi­menti in merito, in modo da non trascurare nessun aspetto di questa drammatica vicenda. Ma anche perché in questa città, a scacchiera, vengono spenti i lampioni, forse per risparmiar­e. Ma quello che ci pare certo è che avviene sulla pelle dei cittadini. Pensiamo ad esempio alle aggression­i...».

Il nodo dell’illuminazi­one potrebbe giocare un ruolo anche al processo per la morte di Camilla Romagnoli e Chiara

von Freymann. L’Osservator­io invita a riflettere sui dati dei primi undici mesi del 2019, secondo i quali solo in città, dentro il Raccordo anulare, ci sono state 111 vittime di incidenti stradali mentre il numero complessiv­o degli infortunat­i è di 27mila.

Anche su questo aspetto Assumma tiene a sottolinea­re quanto poco si è fatto: «L’Europa ci invita a ridurre del cinquanta per cento i dati sulla mortalità da incidenti stradali, purtroppo siamo ancora penosament­e indietro. Mi auguro che il 2020 sia migliore in questo senso».

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