IL GOVERNO DAVANTI A UN BIVIO
Il governo davanti al bivio
La cattiva gestione del ciclo dei rifiuti è arrivata a un punto tale di marcescenza che oggi siamo costretti, come ha scritto Giuseppe Di Piazza su queste pagine, ad augurarci che venga costruita - e presto - un’altra discarica. Per forza. Viviamo da anni una tragicommedia dell’assurdo: nella città più maleodorante d’Italia si paga la Tari più alta. Qualsiasi rimedio, anche quello finora più aborrito, sembra dunque il benvenuto.
Ma questa non può essere la conclusione di un percorso, semmai il punto d’inizio di una ripartenza: e possibilmente superando due limiti. Innanzitutto non si può continuare a dare per scontata l’opposizione al termovalorizzatore, che peraltro è stata prima un’esclusiva dei grillini e poi si è estesa ad altri soggetti politici (vedi il no del sindaco leghista di Tarquinia all’impianto proposto dalla municipalizzata milanese A2A). Il termovalorizzatore, come dimostrano le esperienze europee e italiane, a Milano, a Brescia e ad Acerra, è al contrario una parte essenziale della soluzione: una buona soluzione economica, ecologica e non invasiva. E l’alternativa del «non fare» si è dimostrato che porta solo degrado.
I n secondo luogo bisognerebbe rivedere l’idea che il rebus rifiuti possa essere risolto nell’ambito dell’amministrazione comunale. Ormai è chiaro che questo miracolo non possiamo aspettarcelo. Il contributo decisivo alla soluzione del problema dovrebbe invece arrivare dal governo e passare attraverso l’adozione di un piano straordinario per la Capitale. Un piano capace di mettere in campo tutte le scelte indispensabili (a partire dal termovalorizzatore) e di mettere fine, gradualmente ma nei tempi più rapidi possibili, allo scandaloso export di spazzatura romana verso altre regioni d’Italia. Forse si scontenterebbe qualcuno, ma la maggioranza degli italiani, e non solo dei romani, sarebbe grata. A questo punto uno potrebbe obiettare: ma come si può pensare che un’alleanza precaria come il governo giallo-rosso, con un M5S al momento acefalo e in preda a una battaglia interna, possa trovare l’intesa per un’operazione di tal genere? L’obiezione è più che sensata. Ma il test dei rifiuti romani, a seconda che sia superato o neppure affrontato, darà una spinta oppure una mazzata alla credibilità del governo. E non solo a quella, residua, della sindaca Raggi.