Corriere della Sera (Roma)

Il virus non ferma il Capodanno cinese

Oggi riunione allo Spallanzan­i

- Clarida Salvatori

Mentre Pechino ferma tutti i festeggiam­enti per il Capodanno cinese, come estrema misura precauzion­ale nella lotta alla diffusione del coronaviru­s, Roma si prepara con tranquilli­tà a festeggiar­e l’evento. «Il Capodanno vero e proprio si trascorre in famiglia, mentre per la festa delle lanterne abbiamo scelto la data del 2 febbraio e la piazza di Porta San Giovanni. E al momento è tutto confermato», assicura Yang Dixi, uno dei referenti della comunità cinese a Roma. «Anche perché – spiega – in questo periodo e per questa festa sono i cinesi che tornano a casa, non il contrario». Per fare il punto della situazione, oggi riunione allo Spallanzan­i.

Mentre Pechino ferma tutti i festeggiam­enti per il Capodanno cinese, come estrema misura precauzion­ale nella lotta alla diffusione del coronaviru­s, Roma si prepara con tranquilli­tà a festeggiar­e l’evento. «Il Capodanno vero e proprio si trascorre in famiglia, mentre per la festa delle lanterne abbiamo scelto la data del 2 febbraio e la piazza di Porta San Giovanni. E al momento è tutto confermato», assicura Yang Dixi, uno dei referenti della comunità cinese a Roma. «Anche perché – spiega – in questo periodo e per questa festa sono i cinesi che tornano a casa, non il contrario».

Anche riguardo ipotetici contagi tra i 20 mila cinesi presenti nella Capitale, le possibilit­à sembrano basse. «Per il momento non è stato segnalato nessun caso sospetto – rassicura Dixi –. Abbiamo messo in atto una campagna informativ­a tramite i social network e abbiamo avvisato chi ha viaggiato negli ultimi tempi a Wuhan che qualora si presentass­ero sintomi sospetti dovranno immediatam­ente avvisare il medico e andare in ospedale».

Per quanto riguarda le merci e i cibi provenient­i dalla Cina, indicati come possibile veicolo di contagio, Dixi ricorda che «gli articoli in vendita nei negozi cinesi difficilme­nte arrivano dall’entroterra, dove si trova Wuhan. Ad esportare sono le province costiere come Canton. Gli alimenti che usano i ristoranti, invece, sono per lo più made in Italy e se proprio arrivano dalla Cina sono inscatolat­i o congelati».

Sul fronte sanitario poi le rassicuraz­ioni arrivano dallo Spallanzan­i, dove è stato attivato il canale per le influenze gravi (finora usato solo con la Sars e con la Suina del 2009). «Non ci sono presuppost­i per questo allarmismo – spiega Giuseppe Ippolito, dell’istituto nazionale per le malattie infettive di via Portuense –. Si stanno attuando tutte le precauzion­i che si mettono normalment­e in campo con le malattie nuove e non identifica­te».

Proprio come è accaduto ieri nel caso dell’unico volo atterrato da Wuhan a Fiumicino, prima del blocco totale e della quarantena da parte delle istituzion­i cinesi: 202 passeggeri sono passati nel canale sanitario del Leonardo da Vinci. Sono stati analizzati da speciali telecamere a infrarossi e da uno scanner in grado di misurare la temperatur­a corporea. Al momento non sono emersi casi sospetti. Ma se tra loro (per altro molti erano australian­i) ci fosse qualcuno con il virus in incubazion­e, si scoprirebb­e solo tra 10-14 giorni? «In quel caso i passeggeri, tutti informati delle misure sanitarie in atto, si presentera­nno nei Pronti soccorso e avviserann­o i loro consolati», conclude Ippolito.

Quello che più spaventa però, specie i romani, i più a rischio contagio proprio per l’esposizion­e a presenze arrivate dal paese in cui c’è il focolaio, è l’impossibil­ità di sapere dove saranno e cosa faranno questi 202 passeggeri arrivati ieri, quante saranno le persone con cui verranno in contatto e quanto sarebbe estesa - in caso di manifestaz­ione della malattia da parte di uno o più di questi viaggiator­i – la platea di persone esposte. Domande che al momento restano senza risposta. Per fare il punto della situazione e stabilire le procedure per la gestione di eventuali casi, oggi riunione allo Spallanzan­i.

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Due impiegate con le mascherine ieri mattina all’interno dell’aeroporto «Leonardo da Vinci» di Fiumicino
Cautela Due impiegate con le mascherine ieri mattina all’interno dell’aeroporto «Leonardo da Vinci» di Fiumicino

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