Arrestato falso chef, violentava studentesse Nel telefono l’«archivio»
Denunciato da sei vittime, ma in chat i racconti di trenta ragazze
Dalle indagini coordinate dai pm Pantaleo Polifemo e Maria Monteleone è emerso che lo chef insisteva sulla quantità, al punto che su uno dei gruppi Instagram (Spotted Roma Tre) «erano presenti i racconti di almeno trenta ragazze che riferivano di aver subito molestie da Mariano», recita ora l’ordinanza di custodia del gip Pier Luigi Balestrieri. In un caso era riuscito ad attrarre in un giardino buio la vittima per farsi masturbare. Molte studentesse hanno vissuto in silenzio gli abusi ma altre,con la loro denuncia, hanno permesso di identificarlo e porre un freno alla sua attività.
Sono sei le denunce depositate in Procura, cinque delle quali per il reato di violenza sessuale, mentre l’ultima per minacce. Le molestie sono tutte avvenute fra i primi di ottobre e dicembre 2019. «Dagli atti — scrive il pm — emerge con chiarezza che l’inCracco dagato agisce seguendo un modus operandi sempre analogo, quasi seriale. Egli infatti individua le proprie vittime in donne di giovane età e le approccia sempre quando si trovano da sole, per strada, all’uscita della metro o alla fermata degli autobus»: le aggancia dicendosi amico di o Cannavacciolo, quindi propone «offerte di lavoro nell’ambito della ristorazione e chiede numeri di telefono per inoltrare locandine di propaganda sempre attinenti al mondo culinario». Infine passa direttamente alle molestie: «Avvicina a sé le ragazze e le palpa, le bacia, le stringe».
Lo schema si ripete. Così Mariano fa conoscenza con F.B. alla metro di San Paolo e tenta di costringerla a subire atti sessuali. Aggancia M.P. in un bar della stazione Termini e le accarezza le cosce, imponendole un bacio. Si presenta a C.S. alla fermata metro del Circo Massimo e finisce con il palpeggiarla. Aggancia S.T. alla Piramide e anche in questo caso compie una serie di gesti «diretti in modo non equivoco a costringere la ragazza a subire atti sessuali». Quindi il caso di A.C.D., conosciuta all’altezza di via Marmorata e subito trascinata in un giardino buio e forzata fino a farsi masturbare. Quanto ai numeri di telefono recuperati proponendo di offrire un ingaggio enogastronomico, Mariano li utilizzava a sua discrezione, in qualche caso tormentando e perfino minacciando le sue vittime. Così avviene con M.U., bombardata di messaggi inquietanti fino a procurarle «un perdurante stato d’ansia e paura».
Dalle denunce delle ragazze gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità di Mariano e in seguito hanno sottoposto a indagini più approfondite la memoria del suo cellulare dal quale è spuntato una sorta di archivio femminile. Rintracciato in un armadietto del ristorante «Cuochi e pescatori», dove il ragazzo prestava servizio, il telefonino, con «annotati in rubrica i nominativi di numerosissime donne sovente registrate con il solo nome di battesimo», ha finito per offrire alcune conferme.
Caparbio Mariano: in occasione del sequestro del cellulare, «quindi in piena consapevolezza dell’esistenza di un’indagine a suo carico - annotano i magistrati -, prima di spegnerlo chiede agli operanti di poter annotare alcuni numeri dei quali altrimenti sarebbe rimasto privo». Così facendo offre un involontario assist agli investigatori però: «Nello scorrere la rubrica consente agli operanti di accertare la presenza sulla memoria del telefono di un numero cospicuo di utenze intestate a donne tutte meticolosamente catalogate e identificate anche attraverso l’annotazione di caratteristiche particolari».
Bersagli Mariano puntava a ragazze giovani che approcciava sempre quando erano sole
Vanterie Il 23enne si spacciava per amico di Cracco o Cannavacciolo e proponeva offerte di lavoro