Phia Ménard fra vento e marionette
Nata come giocoliera nel circo, poi cresciuta nel teatro come performer, danzatrice e regista, l’artista transgender francese Phia Ménard approda per la prima volta al Teatro India con due spettacoli: Vortex (da stasera al 2 febbraio) e L’Après-midi d’un foehn (da domani al 2 febbraio). Il primo è uno spettacolo per un pubblico adulto, mentre il secondo si rivolge soprattutto a piccoli spettatori, dai quattro anni in su.
«Entrambi appartengono allo stesso ciclo delle Pièce du vent - spiega Phia, il cui vero nome è Philipp - perché è proprio il vento a esserne il vero protagonista». L’azione di Vortex si svolge su di un palcoscenico circolare, una sorta di micropista circense, dove sono sistemati una decina di ventilatori e sono accettati solo 90 spettatori per volta.
Al centro del vortice ventoso compare Phia, chiusa in una sorta di bozzolo da cui man mano, strato dopo strato, lottando strenuamente con forza e determinazione, riesce a estrarre il proprio corpo: una belva che si libera da una condizione forzata.
Il secondo spettacolo, invece, è un omaggio all’opera di Debussy: stessa arena circolare, stessi ventilatori, stesse raffiche di vento che stavolta servono ad animare semplici buste di plastica colorate, trasformandole in marionette leggere che svolazzano in aria, guidate dalle mani sapienti di due coreografi: Cécile Briand e Silvano Nogueira.
Phia, che ha creato la sua compagnia «Non nova, sed nove» (Non inventiamo nulla, lo vediamo in modo diverso) ha cambiato sesso a 37 anni: «C’è voluto del tempo per comprendere cosa significasse essere uomo - racconta l’artista - ma mi ha sempre affascinato e attratto la forza delle donne, la loro umanità. Poi finalmente è avvenuta in me la metamorfosi, mi sono liberata del mio corpo maschile, che non avevo scelto, per entrare in quello femminile e sentirmi così libera di essere e di creare. Prima, in fondo, ero solo una donna che abitava in un corpo estraneo, quello di un uomo senza esserlo».