IL MAXXI, GIOIELLO DA AIUTARE
Sta per suonare il decimo anniversario del Maxxi, il museo nazionale del Contemporaneo (arte e architettura) progettato dalla super-star Zaha Hadid, che si è affiancato ad altre apprezzate opere di valenti autori come Pier Luigi Nervi (Palazzetto dello Sport, con Vitellozzi), Renzo Piano (Auditorium), Villaggio Olimpico (tra gli altri, Adalberto Libera), il viadotto di corso Francia (Nervi, Moretti eccetera), lo stadio Flaminio (Nervi), il ponte della Musica (Buro Happold & C.).
Il quartiere Flaminio è diventato nel tempo un «luogo dell’architettura» come lo sono il Foro Italico, l’Eur e la città universitaria: siti dove progettisti di vaglia hanno lavorato fianco a fianco nel migliorare l’immagine e l’efficienza della città. Ma il compleanno del Maxxi offre l’occasione di farci qualche domanda. Il quartiere è stato in questi anni adeguatamente valorizzato dal Comune? Il progetto della Città della Scienza è naufragato e il resto non segnala attenzioni particolari. Il Maxxi stesso è in dovuta sinergia col vicino Museo di Arte moderna? In concreto il primo museo tratta molto il «moderno» e il secondo ospita il «contemporaneo»: un caso di «convergenze parallele» che andrebbe sistemato. Il 6 febbraio il ministro della Cultura Dario Franceschini parteciperà alla festa di compleanno del Maxxi: gli regalerà quell’appoggio finanziario che il museo meriterebbe se non altro per la sua buona volontà? Come si dice: onori ma anche oneri.