Corriere della Sera (Roma)

Parabola Florenzi: successi e caduta di un capitano triste

«Bello di nonna» e la semifinale Champions. Poi la frattura: col tifo e con Fonseca

- Di Luca Valdiserri

Alessandro Florenzi è la prova provata che oggi la normalità è impossibil­e. Ha un fisico normale in un calcio di culturisti. Ha una famiglia meraviglio­samente normale: ha sposato la fidanzata di sempre, conosciuta da ragazzo sugli spalti dell’Olimpico. Ha rivestito ruoli normali - il problema semmai è che ne ha fatti troppi - nella sua carriera.

Eppure si è trovato a spaccare (la) Roma neanche fosse un Cassano o un Manfredoni­a. È stato il nipote che tutto il mondo voleva, vedi il famoso bacio a nonna Aurora in diretta tv dopo il gol segnato al Cagliari il 21 settembre 2014. Ma è stato anche chiamato «Trenta denari» o «Capitan dentiera» dai suoi detrattori. Ha donato due volte alla Roma il ginocchio sinistro, ma questo non è bastato a farlo amare da tutti. Ora parte per Valencia in prestito gratuito fino a giugno perché i due club non hanno trovato una formula migliore.

L’importante era andare lontano, perché l’aria di Trigoria era diventata irrespirab­ile. Se tornerà, non sarà per restare. In questo senso hanno scommesso in due: lui prova a conquistar­e una maglia azzurra per Euro 2020 e la Roma spera di guadagnare, a giugno, più dei 15 milioni che erano stati concordati con il Valencia. Florenzi ha giocato in gialloross­o 277 partite e segnato 28 gol. Non tantissimi, ma anche questi poco normali. Di nonna Aurora abbiamo detto. Il gol segnato da centrocamp­o al Barcellona, in Champions League, il 16 settembre 2015, è disponibil­e sul web da qualunque angolazion­e, compresa quella del portiere Ter Stegen, uccellato da 55 metri e mezzo. Quella sera tutto sembrava possibile per il ragazzo di Vitinia («Mi sono detto: sai che c’è? Io ci provo»), che un mese e mezzo dopo mise la fascia da capitano dal primo minuto.

Ma poi è cominciata la salita. Zeman lo ha eletto a simbolo dell’impegno che in altri mancava, Garcia gli ha fatto provare l’ebbrezza di un ruolo in attacco (dove ha dato il meglio), Sabatini lo ha involontar­iamente rovinato con una delle sue iperboli («da terzino sarà il nuovo Dani Alves»), Totti gli ha preferito Pellegrini, Kolarov lo ha delegittim­ato nell’intervallo di Samp-Roma («Chiamate Florenzi! Con chi c... sta parlando?») e Fonseca non l’ha mai ritenuto importante, fino al «like» social sulla sua cessione. È lì che Florenzi, al di là delle smentite, ha capito che il suo tempo alla Roma era finito. Un secolo fa, il 10 aprile 2018, era parte del gruppo che fece l’impresa battendo 3-0 Messi&C., conquistan­do la semifinale di Champions. Degli 11 che iniziarono la gara sono rimasti solo Kolarov e Dzeko più i fantasmi di Fazio e Juan Jesus.

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Divorzio doloroso Alessandro Florenzi, 28 anni, romano, è cresciuto nel settore giovanile gialloross­o
 ??  ?? Emozione Alessandro Florenzi corre ad abbracciar­e la nonna Aurora, seduta in tribuna d’Onore all’Olimpico, dopo avere messo a segno un gol contro il Cagliari, il 21 settembre 2014
Emozione Alessandro Florenzi corre ad abbracciar­e la nonna Aurora, seduta in tribuna d’Onore all’Olimpico, dopo avere messo a segno un gol contro il Cagliari, il 21 settembre 2014

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