LA LEZIONE DI CORSO FRANCIA
L’iter è complesso: occorre anche trovare i fondi e bandire la gara
Un anno fa, racconta un’inchiesta dell’Economist, a Bangkok una ragazzina morì investita da una moto mentre attraversava la strada in un punto particolarmente pericoloso. Suo padre s’impegnò in una campagna per la costruzione di un sovrappasso pedonale, cui aderirono in molti. Fu una vicenda simile, anche nelle sue reazioni, a quanto è accaduto a Roma dopo la morte di Gaia e Camilla in corso di Francia.
Come nella capitale thailandese, anche a Roma viaggiamo su strade insicure: per chi guida l’auto, per chi si sposta in moto, ma soprattutto per chi va a piedi. La cronaca lo documenta drammaticamente ogni giorno.
Ciò che forse non sappiamo - avvolti come siamo in una nuvola di pessimismo, non sempre infondato - è che invertire la rotta non sarebbe poi così difficile. E questo fa ancora più rabbia.
Non stiamo parlando di altissima tecnologia, di strade intelligenti - che naturalmente sarebbero le benvenute - ma di misure relativamente semplici. A cominciare dalla segnaletica. Del resto è stata proprio la diffusione della segnaletica ad accompagnare la diffusione dell’automobile fin dal 1911, quando le prime strisce bianche al centro della strada vennero tracciate nelle strade di Detroit e contribuirono a ridurre il numero degli incidenti, man mano che l’automobile si diffondeva.
In Campidoglio confermano che «è stata avviata la procedura per verificare la fattibilità del progetto», ovvero se è possibile installare autovelox fissi su corso Francia (ora ve ne sono soltanto di mobili all’altezza del ponte sul Tevere), dopo che le 16enni Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli sono state travolte e uccise dal Suv guidato dal 20enne Pietro Genovese nella notte tra il 21 e il 22 dicembre scorsi. «L’amministrazione si è mossa - ribadiscono da Palazzo Senatorio -, ma esiste una normativa prescrittiva. Lì
Semafori
servirebbe un tutor della velocità, per il quale occorre una serie di rilevazioni ogni tot metri. Si sta ragionando, ma l’iter non è ancora partito perché, oltre alle verifiche tecniche e autorizzative, si dovranno trovare i fondi, bandire la gara...». I tempi, ammesso che il piano sia realizzabile, saranno più lunghi rispetto all’aumento della durata dei semafori che, secondo il presidente della commissione capitolina Mobilità, Enrico Stefàno, sarebbe invece una modifica di facile attuazione. Nel frattempo, per potenziare i controlli sulle arterie di grande scorrimento e prevenire gli incidenti, l’attenzione non sarebbe puntata soltanto su corso Francia. Si starebbe infatti valutando la possibilità di installare tra i 32 e i 35 autovelox fissi su tutto il territorio cittadino. Se non fosse che, una volta individuati i punti più pericolosi, compete alla Prefettura concedere il nulla osta. Per il momento Palazzo Valentini ha dato il via libera ai tutor nella Galleria Giovanni XXIII, ma non risulterebbero altre procedure in via di autorizzazione. La normativa prevede, infatti, «che per le strade urbane di scorrimento spetta al prefetto, con proprio decreto, la determinazione dei tratti in cui è possibile l’attività di controllo remoto del traffico, finalizzata all’accertamento delle violazioni per eccesso di velocità, sentiti tutti gli organi di polizia stradale e su conforme parere degli enti proprietari delle strade». Per quanto riguarda, invece, le strade urbane di quartiere o le strade locali «non è consentita l’installazione di sistemi di rilevamento a distanza; viceversa è ammessa quando prendono la denominazione di strade urbane di scorrimento, previa individuazione puntuale da parte del prefetto del tratto di strada tenendo conto del tasso di incidentalità, delle condizioni strutturali, plano-altimetriche e di traffico per le quali non è possibile il fermo di un veicolo senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico o all’incolumità degli agenti in servizio e dei soggetti controllati».
Nel frattempo, dal mese prossimo dovrebbero partire gli incontri con studenti e famiglie del liceo «Gaetano De Sanctis», frequentato da Gaia e Camilla, e della secondaria di via Nitti, organizzati dal XV° gruppo della polizia locale. Il comandante, Guido Esposito, ha già incontrato i dirigenti scolastici e i rappresentanti d’stituto per concordare gli interventi: più che a lezioni sul Codice della strada, si pensa a colloqui per sensibilizzare genitori e ragazzi sui rischi e su come prevenirli. Esposito ha anche raccolto la disponibilità del parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue, dove si sono celebrati i funerali delle sedicenni, per promovere iniziative analoghe, aperte non soltanto ai fedeli, ma a tutta la comunità di quartiere.
I tempi saranno più lunghi rispetto all’aumento della durata dei semafori
Prefettura L’utilizzo di strumenti per il controllo della velocità va autorizzato da Palazzo Valentini