Omicidio Sacchi, in cella una donna legata alla ‘ndrangheta
Omicidio Sacchi, una donna legata alla ‘ndrangheta
La patente falsa di Marcello De Propris, il 22enne che la notte del 23 ottobre scorso ha armato il killer di Luca Sacchi, è stata sequestrata in casa di Franca Granata, 41 anni, arrestata per spaccio. La donna, secondo i primi accertamenti, avrebbe legami con la famiglia Pelle di San Luca, ‘ndrina tra le più influenti della ‘ndrangheta.
La pistola Il giovane è in cella per avere consegnato a Valerio Del Grosso l’arma del delitto
La patente falsa di Marcello De Propris, il 22enne di San Basilio che la notte del 23 ottobre scorso ha armato il killer di Luca Sacchi, è stata rinvenuta nel corso di una perquisizione in casa di Franca Granata, arrestata giovedì con l’accusa spaccio di stupefacenti. La donna, secondo i primi accertamenti, avrebbe legami con la famiglia Pelle di San Luca, ‘ndrina tra le più influenti della ‘ndrangheta. Nella sua abitazione a Tor Sapienza, oltre al falso documento, sono stati sequestrati otto chili di hashish. Granata, 41 anni, guida auto mediche per il trasposto del sangue, mezzi con cui, secondo gli inquirenti, sarebbe stato più facile spostare la droga.
Ma come mai in casa di Granata è stato trovato il documento falso riconducibile a De Propris, in carcere insieme al padre Armando dallo scorso 29 novembre per aver consegnato a Valerio Del Grosso la pistola con cui ha ucciso all’Appio Latino il 24enne body builder? Gli inquirenti ritengono che la 41enne conoscesse bene De Propris, anch’egli accusato insieme al padre di spaccio di stupefacenti. Proprio per conto di De Propris la donna avrebbe tenuto la patente falsa. Documento che, come ragionano in astratto gli investigatori, torna molto utile a chi abbia pendenze con la giustizia: in caso di fermo per un controllo a un posto di blocco, basta dare la patente falsa perché non risulti nell’immediatezza alcuna pendenza con la legge.
È pertanto probabile che l’indagata - con una condanna per false dichiarazioni all’autorità giudiziaria - abbia fatto un favore a De Propris, incontrato nel mondo degli affari legati allo spaccio di stupefacenti. Incontro avvenuto prima o dopo la tragedia all’Appio Latino? La risposta la daranno le indagini.
A mettere nei guai Granata è stata la denuncia per estorsione fatta dal suo datore di lavoro. Questi sostiene che l’indagata abbia minacciato di fargli bruciare le ambulanze se non avesse avuto 500euro al mese, denaro dovuto - secondo l’indagata - per un presunto infortunio al gomito durante l’attività lavorativa. In seguito alla denuncia, è stata disposta un’attività investigativa che, anche attraverso le testimonianze dei colleghi, hanno guidato i poliziotti del commissariato Primavalle a effettuare una perquisizione nell’abitazione della 41enne, madre di un figlio di pochi mesi. Durante l’udienza di convalida Granata non ha reso dichiarazioni. I giudici della decima sezione hanno convalidato l’arresto, disponendo la misura del carcere.