Lazio immensa, Inzaghi la esalta «Stagione che entra nella storia»
Di nuovo a -1 dalla Juventus capolista: «Il segreto è l’amicizia tra i giocatori»
Alla lista dei record battuti e dei tabù infranti, aggiungere anche Marassi. Comunque andrà a finire questa magica stagione, ci si ricorderà di questa Lazio sui libri di storia. Come quella di Tommaso Maestrelli, come quella di Sven Goran Eriksson.
Negli ultimi dieci anni, soltanto una volta i biancocelesti avevano vinto in casa del Genoa, ex bestia nera come il Milan a San Siro e come la Juventus all’Olimpico. Era il 2017, finì 3-2, come 3-2 è finita ieri. Quell’anno, il campionato della Lazio si chiuse con la sconfitta (un altro 3-2...) nello «spareggio» all’Olimpico contro l’Inter che costò la Champions League.
Stavolta, il quarto posto bisogna darlo per acquisito: mano a mano che passano le partite, cadono le maschere. Giocatori e Inzaghi non possono più nascondersi, e forse non ne hanno neanche più voglia. La Lazio ha alzato l’asticella. «Stiamo facendo qualcosa di grandissimo ammette Inzaghi - Con lo straordinario lavoro di questi ragazzi siamo lì e ci giocheremo le ultime tredici partite al meglio».
Con una consapevolezza in più, il valore della rosa, che fino a qualche mese fa poteva essere vista come un punto debole. Acerbi, alla fine, è rimasto fuori e ha giocato Vavro; gli esterni di centrocampo erano Marusic e Jony, non i titolari, e davanti Inzaghi ha preferito Caicedo a Correa. «La rosa è fatta di amici che si divertono negli allenamenti e in campo - ancora l’allenatore, che ha ricordato anche la serata organizzata per il trentesimo compleanno di Ciro Immobile
- L’esempio stavolta è stato Vavro, che davanti ha un mostro come Acerbi e dopo due mesi e mezzo che è stato a riposo è stato il migliore in campo. Ha lavorato per esserci e vanno fatti a lui i complimenti».
In ogni caso, le condizioni di Acerbi (problema al soleo) non fanno stare tranquillo Inzaghi, a differenza del rendimento della Lazio che è arrivata al ventesimo risultato utile consecutivo.
E se proprio bisogna trovare un neo nella prestazione, c’è il fatto di non aver chiuso la partita, permettendo al Genoa di accorciare con il rigore di Criscito prima dell’arrembaggio finale. «Abbiamo fatto tre gol, dovevano essere di più». Difficile risulta anche trovare il segreto di questa Lazio, che resta a -1 dalla Juventus, mentre l’Inter si è dovuta fermare per l’allarme Coronavirus. «Alla base di tutto c’è il sacrificio di tutta la squadra, penso a Correa, Caicedo e Immobile. Milinkovic e Luis Alberto fanno molto sia a livello di chilometri percorsi che per qualità. Avevamo detto che potevano giocare tutti insieme se tutti si fossero aiutati, e lo stanno facendo».
E la Lazio non smette di volare.
❞
Il tecnico L’esempio stavolta è Vavro, impeccabile sebbene non giocasse da due mesi e mezzo»
Ciro Immobile sale a 27 reti, -2 dal suo stesso primato realizzato sempre con la lazio nel 201718. Eguagliato anche il record di Angelillo: 27 gol in 25 gare
● Torna al gol Adam Marusic, al secondo centro in campionato
● (Football Data)