Opera rock sui Pink Floyd
C’è un precedente illustre: il Pink Floyd Ballet creato a Marsiglia da Roland Petit nel 1972 su musiche suonate dal vivo da Roger Waters e soci. «Ma questo spettacolo è diverso», spiega Micha van Hoecke, autore, artefice e coreografo dell’opera rock Shine
Pink Floyd Moon al Teatro Olimpico da martedì a domenica per le giornate della Danza dell’Accademia Filarmonica Romana. «Non solo — aggiunge — perché a suonare sono i bravissimi Pink Floyd Legend diretti da Fabio Castaldi, ma perché qui c’è una compartecipazione tra gli elementi: la musica dal vivo, la danza, le luci, c’è un’attenzione alla teatralità e ai testi delle canzoni che ne fanno qualcosa di nuovo».
È d’accordo anche Denys Ganio, étoile francese classe 1950 che era tra i protagonisti dell’esperimento originale e che in questo spettacolo, che ha debuttato all’ultimo Ravenna Festival, è stato chiamato a interpretare Syd Barrett, il personaggio intorno a cui ruota l’intera opera. Shine è un progetto in parte autobiografico, in parte filosofico, sicuramente progressive e dichiaratamente lunare, ispirato al coreografo e regista russo-belga dalla musica che da ragazzo lo rapiva fino alle lacrime (è coetaneo dei membri della band britannica) ma è stato creato per e con i giovani solisti e il corpo di ballo della Compagnia Daniele Cipriani. «Ciascuno esprime il proprio vissuto legato alle canzoni. Non c’è routine, i Pink Floyd sono classici, sono universali» dichiara in perfetto italia
no Micha van Hoecke, che oltre ad aver lavorato con Roland Petit, Maurice Béjart, Luca Ronconi, Liliana Cavani, Roberto De Simone, ha diretto prima il corpo di ballo del Massimo di Palermo, poi quello dell’Opera di Roma e stretto un sodalizio artistico con Riccardo Muti.
Punto di partenza di questa creazione è il brano Shine on
You Crazy Diamond che Waters, Nick Manson, Richard Wright e David Gilmour dedicarono al compagno Syd Barrett dopo che si era perso nella dimensione siderale della malattia mentale.
Sul palco un gioco di luci e videoproiezioni evoca l’atmosfera crepuscolare in cui il vecchio Syd (Denys Ganio) ritrova sé stesso giovane (Mattia Tortora) come un pierrot
lunaire che vive in una dimensione fantastica. Si compie così un viaggio nel mondo interiore che coinvolge tutti i trenta artisti in scena: danzatori, musicisti e vocalist, conducendo non tanto dentro i confini della follia e dell’alienazione, quanto in un territorio governato dal sogno e dalla poesia in cui attraverso il rock psichedelico e i testi sempre attuali dei brani eseguiti dal vivo, si evoca il ciclo della vita in un processo di nascita-morte-rinascita.
«C’è sempre un segno di speranza nella musica dei Pink Floyd — dice Fabio Castaldi, voce e basso della tribute band nata nel 2005 —. Può esserci un intero album in minore, ma alla fine si aprirà un accordo in maggiore».