Terapia intensiva, 543 posti
Prete positivo, chiuse San Luigi dei Francesi e Sant’Ivo dei Bretoni. Contagiato poliziotto Piano nel Lazio anti-virus: censiti i letti negli ospedali. Fiumicino, 51 test negativi
Anche se al momento non ci sono i presupposti, senza focolai autoctoni, il Lazio è pronto a gestire pazienti critici affetti da coronavirus con 543 posti di terapia intensiva e 200 di subintensiva, oltre a 126 di terapia intensiva neonatale. L’unica contagiata è la famiglia di Fiumicino: negativi i test su 51 persone entrate in contatto con la 38enne, il marito e la figlia. Positivo, invece, un prete parigino: chiusa per questo San Luigi dei Francesi. Intanto un poliziotto del commissariato Spinaceto è risultato positivo al primo test e i pompieri mandano a casa gli allievi di Capannelle.
Anche se al momento non ci sono i presupposti, vista l’assenza di focolai autoctoni, nel Lazio è comunque pronto un piano di emergenza per la gestione dei pazienti critici affetti dal nuovo coronavirus. Intanto ieri sera è arrivata la notizia della positività al primo test di un poliziotto di mezza età in servizio al commissariato Spinaceto. Era in malattia dal 25 febbraio e si ipotizza che a contagiarlo possa essere stato un amico arrivato dalle zone contaminate della Lombardia. Dopo i tre affetti da coronavirus guariti (due turisti cinesi e un ricercatore emiliano) qualora il numero dei malati dovesse aumentare molto per affrontare l’emergenza sono a disposizione nel Lazio 543 posti di terapia intensiva e 200 di subintensiva, oltre a 126 di terapia intensiva neonatale.
Cardine del sistema d’emergenza lo Spallanzani, dove sono stati ricoverati dove ora si trova la famiglia di Fiumicino. Al fianco dell’Istituto nazionale malattie infettive anche gli altri ospedali principali del territorio, i policlinici Gemelli e Umberto I e il San Camillo. Sono le strutture che metterebbero a disposizione il maggior numero di posti letto: 43 il Gemelli (20 in rianimazione, otto in terapia intensiva pediatrica, dieci in quella neurochirurgica e 13 nella post operatoria, senza contare l’unità coronarica e la terapia intensiva neonatale), 53 quelli attivi all’Umberto I e altri 64 al San Camillo. Quest’ultimo ospedale, ha spiegato il direttore generale Fabrizio d’Alba, «ha messo in atto tutte le disposizioni nazionali e regionali, adottando le soluzioni organizzative necessarie a garantire per i casi sospetti percorsi differenziati da quelli degli altri pazienti, anche mediante la collaborazione con lo Spallanzani».
Al momento questo scenario sembrerebbe essere ipotesi remota. Con molta probabilità il contagio sul litorale sarebbe stato limitato dalla lungimiranza della donna infettata, che appena ha appreso di essere entrata in contatto con una persona malata
si era messa in auto-quarantena. A confermarlo i 51 test eseguiti sulle persone poste in sorveglianza sanitaria perché entrate in stretto contatto con la famiglia ora ricoverata: tutte negative al virus dopo che l’indagine epidemiologica della Asl Roma 3 e del Seresmi (Servizio regionale di sorveglianza malattie infettive dello Spallanzani) le ha individuate in poche ore. Non si sono ammalati né i compagni di classe della figlia né l’insegnante che, per precauzione, è stata ricoverata allo Spallanzani per pregresse patologie croniche. Negativo il bimbo più piccolo della famiglia di Fiumicino, mentre è stato individuato anche il passeggero che ha viaggiato accanto alla 38enne di ritorno dalla provincia di Bergamo. Pure il viaggiatore a oggi non presenta sintomi ed è stato posto in sorveglianza domiciliare.