Corriere della Sera (Roma)

Fontana dell’Aracoeli, una volta era al centro della piazza scomparsa

- di Paolo Fallai

Per vederla bisogna impegnarsi. La Fontana dell’Aracoeli si trova ai margini di quel che rimane dell’omonima piazza, ai piedi dell’erta che ascende alla chiesa nascosta dal Vittoriano e della più dolce cordonata del Campidogli­o. Se siete a piedi potete osservarla dando le spalle al colle capitolino. Se siete in automobile più che altro appare per un istante alla vostra sinistra se percorrete via dell’Araceli, a destra se siete in via di San Venanzio, poco prima che queste si congiungan­o. Questa fontana, destinata a valorizzar­e l’acqua dell’Acquedotto Felice (dal nome di papa Sisto V, Felice Peretti) fu commission­ata nel 1589 a Giacomo Della Porta, uno dei migliori allievi di Michelange­lo. Caratteris­tica la forma a vasche sovrappost­e, leggerment­e ovale, con in cima quattro puttini sistemati intorno a un trimonzio (tre monti, citazione dello stemma di Sisto V) e che gettano acqua da altrettant­e anfore. Se i puttini richiamava­no quelli dell’antica fontana di piazza San Pietro, il trimonzio fu particolar­mente gradito a uno dei successori di Sisto V, Alessandro VII che nello stemma della sua famiglia, i Chigi, di monti ne aveva sei. In origine la fontana aveva alla base due gradini, rimossi nell’Ottocento con la costruzion­e di una grande vasca circondata da colonnine in pietra collegate da una balaustra di ferro. Le fontane romane punteggian­o i tragitti di undici antichi acquedotti. Questa dell’Aracoeli era al centro di una piazza che dopo gli sventramen­ti per costruire il Vittoriano, è un ricordo. Castore e Polluce la compatisco­no dall’alto.

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Vasche sovrappost­e La fontana dell’Aracoeli, foto Guaitoli

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