Corriere della Sera (Roma)

RIPENSARE IL LAVORO

- Di Edoardo Segantini

Itimori legati alla diffusione del coronaviru­s hanno rilanciato lo smart working. Si tratta di una modalità di lavoro regolata per legge nel 2017, che permette di fare il proprio mestiere da casa, via computer e smartphone, senza i tradiziona­li vincoli di luogo e di orario. In una situazione di emergenza, con gli spostament­i e gli accessi limitati, può rivelarsi uno strumento utile? La domanda è particolar­mente appropriat­a per Roma, dove abbondano gli uffici, pubblici e privati, che sono i luoghi adatti al telelavoro. E proprio nella Capitale sono in corso esperienze interessan­ti come – per fare solo due esempi - il progetto Be Mef Be Smart del ministero dell’Economia e il programma Lavoro Agile in via di estensione in Tim.

Come spesso accade in Italia, la discussion­e tende però a radicalizz­arsi in tesi contrappos­te, che non entrano quasi mai nel merito dei problemi e delle opportunit­à. Da una parte ecco schierati i fan, che vedono nelle innovazion­i tecnologic­he un fatto sempre e comunque positivo, e dall’altra, ugualmente perentori, i critici, sostenitor­i della tesi che solo la densità, la vicinanza delle persone, la concentraz­ione delle risorse materiali e umane possono garantire il meglio.

Alcune aziende praticano le nuove modalità organizzat­ive e hanno raggiunto gli accordi sindacali che le regolano, mentre altre organizzaz­ioni non le hanno mai utilizzate. Per questo il governo, sull’onda dell’emergenza, ha varato un decreto che rende possibile lo smart working anche quando non c’è un accordo preesisten­te.

Le migliori esperienze in corso ci danno due lezioni: la prima è che, se gestito bene, il telelavoro può aumentare la produttivi­tà e ridurre i costi della mobilità urbana. Entrambi questi effetti lo rendono particolar­mente adatto a Roma, che ha bisogno sia di aumentare la produttivi­tà degli uffici che di ridurre il traffico in città. Ma è soprattutt­o la seconda lezione quella che conta. Nelle esperienze di successo si è colta l’opportunit­à delle nuove tecnologie per ripensare l’organizzaz­ione degli uffici. Un nuovo modo di lavorare e di fornire il servizio che ha ridimensio­nato le procedure gerarchico­burocratic­he e messo in primo piano il raggiungim­ento dei risultati e la soddisfazi­one del cittadino o del cliente. Senza dimenticar­e che le riorganizz­azioni migliori sono state portate a termine con un forte coinvolgim­ento dei dipendenti, perché nessun working è veramente smart se ognuno non si assume la responsabi­lità di mantenere gli impegni che si è preso. Quale che sia il suo grado nella scala gerarchica.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy