Corriere della Sera (Roma)

Lite d’amore e d’omertà: tre indagati

Due «amici» e una ragazza. Spari, sangue e silenzio col pm:«Mica siamo pariolini...»

- Di Giulio De Santis

Tradisce l’amico uscendo con la ragazza di lui. E per questo, dall’amico e rivale in amore, si becca una pallottola sulla schiena. Ma poiché non si ritiene un «infame» non lo tradisce con il pm, facendo scena muta quando gli viene chiesto chi gli abbia sparato. Omertà che Danilo Pomella, traditore in amore ma non della legge della strada, rischia di pagare con più anni di carcere di quelli già inflitti al suo rivale e attentator­e, Alessandro Coppola, detto Sandrino, condannato in primo grado a 3 anni e due mesi di reclusione. Pomella, 32 anni, è ora indagato per false informazio­ni al pm, reato che prevede fino a quattro anni di reclusione. Pur di proteggere Coppola, poi, Pomella ha convinto all’omertà, secondo la procura, anche il fratello Alessio, 36 anni, e la fidanzata di quest’ultimo, entrambi indagati dal pm Carlo Villani per lo stesso reato di Danilo. È il 3 settembre del 2018 quando davanti alla chiesa in via Camillo Manfroni, zona Casilina, Danilo si ritrova sul selciato con una pallottola sulla schiena. Si pensa a un regolament­o di conti per la droga. E invece spunta fuori che Pomella è uscito la fidanzata di Sandrino, 30 anni, e questi l’ha presa male. Sandrino è arrestato per l’agguato e condannato con l’accusa di lesioni. Durante le indagini Danilo, intercetta­to, dice: «Mai passare per infame, non stiamo ai Parioli». E, infatti, invece, di collaborar­e con la giustizia, sa solo dire: «Non ricordo».

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