Corriere della Sera (Roma)

UN «GIOCO» PER ESSERE PIÙ SICURI

- di Massimo Sideri

Eravamo indecisi se considerar­li giochi tecnologic­i per i ragazzi più smart oppure armi pericolose in mano ai guerrafond­ai in Siria. Come sempre la verità stava più nel mezzo: i droni sono quello che vogliamo che siano. Possono aiutarci in un momento non facile a monitorare gli spostament­i, il traffico, le persone. E sicurament­e sono da preferirsi, proprio in virtù dei loro inanimati algoritmi, al controllo sociale incrociato, che rischia di sfociare facilmente in una delatoria caccia alle streghe. Certo, c’è il diritto alla privacy. Nessuno lo nega. Tutti la vogliamo, tutti la invochiamo. Ma forse proprio questa prova di forza della società contro la faccia brutale della natura (virus viene dalla parola latina virus, veleno) ci insegnerà che la tecnologia è un costante, difficile esercizio di equilibris­mo tra diritti individual­i come la libertà e diritti collettivi come la sicurezza. Nel metodo montessori­ano si insegna che l’individuo è al centro fino a quando non arreca danno agli altri. Dunque se c’è un caso pacifico in cui usare la tecnologia per tracciare chi pensa di essere più furbo è proprio il Sars-cov-2. Prima lo faremo e prima potremo tornare a rispettare la privacy di tutti.

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