VILLA BORGHESE SENZA PULLMAN L’EMERGENZA CI FA RIFLETTERE
Caro Conti, moltissimi hanno parlato, anche sul Corriere della Sera, della «tragica bellezza» di questa Roma vuota, disabitata, mai vista nemmeno durante Ferragosto. Nessuno certo si compiace per le spaventose cause dei vuoti che vediamo. Però qualche riflessione bisogna pur farla. Un esempio tra tutti: villa Borghese, negli ultimi anni, era stata avvilita ad autorimessa per pullman turistici di tutti i tipi. Un grande parco storico era stato trasformato in un’area di sosta nemmeno fosse una zona disabitata e di poco pregio. Facciamo in modo che «dopo» non torni tutto «come prima» Antonio Massimi
Questa difficilissima stagione, così dura da vivere, sollecita mille riflessioni sulla nostra città e sul suo uso collettivo. Il coronavirus ha trasformato Roma in una gigantesco spazio virtuale (spariti ingorghi, passanti, turisti, soste selvagge) e così siamo costretti a riguardarla con occhi diversi e ad amarla forse con maggiore intensità. Al caos quotidiano si è sostituita una improvvisa e più profonda presa di coscienza delle ferite inferte, con crudele indifferenza, alla celebrata (e spesso inutilmente retorica) Grande Bellezza. «Dopo» ci apparirà intollerabile offenderla ancora. Per esempio, con i bus a villa Borghese.