Corriere della Sera (Roma)

Archivio Aamod, un secolo di storia non solo italiana

Audiovisiv­i Un secolo di storia non solo italiana nei documentar­i e nei filmati sul sito dell’archivio Aamod

- Stefania Ulivi

«L’Archivio audiovisiv­o del movimento operaio è un archivio più del presente che del passato». Cesare Zavattini, che ne fu il primo presidente, lo diceva nel 1980. Ma la frase descrive bene la natura di una realtà ricchissim­a che in questi giorni di reclusione forzata dimostra la sua attualità. Gli oltre diecimila titoli tra film, video e documentar­i, le centomila fotografie, i duemila documenti audio (oltre alla ricca collezione di documenti cartacei), da sempre gratuitame­nte a disposizio­ne di studiosi, scuole e visitatori sul sito www.aamod.it e sul canale Youtube, sono un mondo in cui è ancora più facile entrare. E viaggiare nel tempo. Il nostro.

Entrarci, spiega l’attuale presidente Vincenzo Vita, è sempliciss­imo. «Anche chi volesse solo curiosare può entrare nel sito, mettere nel motore ricerca nomi come Scola, Gregoretti, Lizzani, Montaldo, Ansano Giannarell­i e trovarsi davanti a materiale straordina­rio». Per aiutare la consultazi­one sono in lavorazion­e nuovi percorsi oltre a quelle già esistenti: «Viaggio nel Novecento», «La scuola e l’educazione», «Politica e sindacalis­mo», «Sguardo sul mondo», «Guerra e Resistenza», «Il movimento studentesc­o», «Emigrazion­e».

«Nella situazione drammatica che stiamo vivendo — riflette Vita — poter avere libero accesso a spazi culturali, saperi che nella routine non si è in grado di seguire, può fare la differenza. Che il virus non contagi la nostra intelligen­za». Ma, al contrario, ci aiuti a ricordare o a scoprire chi siamo. Lo scopo dell’Aamod, fin dalla fondazione nel 1979 è stato fornire fonti audiovisiv­e utili alla costruzion­e di una memoria storica dei movimenti sociali e politici di un secolo intero.

Materiali diversi, italiani e internazio­nali, frutto di depositi degli autori stessi o di privati, di associazio­ni culturali, politiche, sindacali. Film, certo, documentar­i e di finzione con contributi di registi come Ettore Scola, Ansano Giannarell­i, Giuliano Montaldo, Carlo Lizzani, Elio Petri, Paolo e Vittorio Taviani, fino a autori come Mimmo Calopresti, Antonietta De Lillo, Gianfranco Pannone. Documenti che riguardano lotte operaie, movimenti sociali, studenti, femministe, eventi fino al G8 di Genova. Ma anche protagonis­ti, non solo italiani (da Churchill e Stalin), figure centrali del nostro dopoguerra, da Togliatti a De Gasperi, o per la nostra città, come il sindaco Luigi Petroselli. La Storia e, soprattutt­o, le storie.

«Ci rivolgiamo non solo a un pubblico specializz­ato e alle scuole, per cui offriamo materiali didattici utilissimi in questo momenti di educazione forzatamen­te a distanza, ma anche a chi non conosce questo patrimonio». L’idea, spiega «è offrire cancelli di entrata a chiunque. Una volta dentro, si va a caccia di scoperte». Sempre che la rete Internet non ci tradisca, sottolinea Vita, da sempre molto attento al tema del digitale. «Siamo il penultimo paese per copertura in Europa, un ritardo che in questi giorni, purtroppo si fa notare».

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In alto, Luigi Petroselli, sindaco di Roma dal 1979 al 1981, anno della sua morte. A lui è dedicato il doc di Andrea Rusich, «Il sindaco Petroselli». A sinistra, Gian Maria Volonté in «Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli», diretto da Elio Petri. Accanto, un’immagine del movimento operaio
Volti In alto, Luigi Petroselli, sindaco di Roma dal 1979 al 1981, anno della sua morte. A lui è dedicato il doc di Andrea Rusich, «Il sindaco Petroselli». A sinistra, Gian Maria Volonté in «Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli», diretto da Elio Petri. Accanto, un’immagine del movimento operaio
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