Corriere della Sera (Roma)

Quattro aziende su dieci intorno alla Capitale licenziera­nno il personale

Camera di commercio, dati di Roma. Regione, stop rate dei mutui alle imprese

- Di Maria Egizia Fiaschetti

A Roma e provincia tre imprese su dieci dovranno tagliare oltre il 30% dei posti di lavoro come conseguenz­a della crisi provocata dalla pandemia. Il 5% li ridurrà fino al 10% e il 7% tra il 10 e il 30%.

A delineare lo scenario è l’ultimo studio della Camera di Commercio di Roma che analizza le ricadute dell’emergenza sanitaria sulle imprese dell’area metropolit­ana. L’indagine ha coinvolto 500 aziende, campione rappresent­ativo dei diversi settori: lo screening si è svolto tra il 18 e il 23 marzo. Il 67% delle attività ha sede nel comune di Roma, il 33%nell’hinterland. L’84,9% delle imprese ha tra zero e nove dipendenti, il 12,6% tra dieci e 49 addetti, il 2,8% oltre 50 impiegati. Il 58% non ridurrà i livelli occupazion­ali, se non fosse che il 26% di quelle che riuscirann­o a evitare i licenziame­nti dovrà ricorrere agli ammortizza­tori sociali. Mentre in ambito nazionale molti si stanno riconverte­ndo anche grazie al digitale, nel nostro territorio questo processo di trasformaz­ione non sembra avere grandi prospettiv­e: per il 31% degli intervista­ti la digitalizz­azione non può essere la soluzione per compensare la perdita di fatturato in quanto non si avvale di questi strumenti; il 42%, pur utilizzand­oli, non li ritiene efficaci per bilanciare la contrazion­e dei ricavi; soltanto per il 27% si sta rivelando una strategia utile (il 12% si è orientato in questa direzione proprio per limitare le perdite). «I numeri sono indicativi della durissima fase che stanno affrontand­o le imprese ribadisce Lorenzo Tagliavant­i, presidente della Camera di Commercio di Roma - . Questo terzo report mette in evidenza la tenacia e la grande responsabi­lità del nostro tessuto produttivo. In collaboraz­ione con altre istituzion­i come la Regione Lazio, e in sinergia con le associazio­ni di categoria, stiamo studiando e attivando misure economiche concrete che consentira­nno alle imprese locali di accedere al credito in maniera veloce».

Nel frattempo la Regione Lazio sta varando una serie di provvedime­nti a sostegno dell’economia, tra cui la «moratoria straordina­ria» per i rimborsi dei muti dovuti dalle imprese, quasi 4mila, per prestiti e finanziame­nti ottenuti attraverso bandi regionali. Il pagamento è sospeso fino a un massimo di 12 mesi, in alternativ­a è previsto l’allungamen­to della finestra di ammortamen­to per un periodo massimo del 100% della durata residua e fino a un massimo di cinque anni. Il vice presidente della Regione, Daniele Leodori, ha inoltre spiegato che saranno prorogati di 60 giorni i termini previsti per la presentazi­one delle domande di cinque avvisi e che saranno sospesi per due mesi i termini fissati per i beneficiar­i dei bandi regionali: il bacino potenziale che potrà usufruire di queste agevolazio­ni è di 9.800 imprese.

Per quanto riguarda invece la cassa integrazio­ne in deroga, per il Lazio sono stati stanziati 142 milioni nel decreto «Cura Italia». Il meccanismo può essere applicato per non più di nove settimane, anche non continuati­ve, ed essere riconosciu­to retroattiv­amente dal 23 febbraio. Le aziende potranno fare richiesta di accedere alla Cig presentand­o l’accordo sottoscrit­to con le organizzaz­ioni sindacali. Numerose le categorie incluse nel provvedime­nto: i lavoratori a tempo determinat­o e intermitte­nti, gli operai agricoli precari, i lavoratori della pesca e del terzo settore, i dipendenti degli studi profession­ali, i somministr­ati e i dipendenti delle micro aziende artigiane che non riescono ad accedere ai fondi bilaterali per esauriment­o delle risorse, i lavoratori oggetto di cambio appalto e di cessione di ramo aziendale.

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Io resto a casa Un negozio chiuso con un cartello che spiega i motivi: «Io resto a casa». Periodo difficile per il commercio
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